L’esultanza ultra-nazionalista di Under che omaggia l’esercito turco impegnato contro i curdi

La Roma scopre Cengiz Under che ieri, con la sua doppietta, ha tolto le castagne dal fuoco alla squadra di Eusebio Di Francesco, nella sfida tutta giallorossa contro il Benevento. L’esterno turco è stato il grande protagonista della partita, spingendo per due volte in porta il pallone a distanza di meno di dieci minuti e fornendo assist a ripetizione per i compagni di squadra.

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ESULTANZA UNDER, LE POLEMICHE DOPO IL PRIMO GOL DELLA ROMA

Una prestazione da incorniciare se non fosse per quel modo di esultare dopo il primo gol. Under, infatti, ha portato la mano tesa alla fronte, in quello che a tutti è sembrato essere un saluto militare. L’accenno è stato colto anche dai giornali turchi che, oltre a esaltare la prestazione sportiva del calciatore, si sono profusi in un lungo encomio per il suo patriottismo.

Diversi portali hanno titolato su Under, con toni davvero entusiastici: «I gol del soldato giallorosso: amore per la patria, per la bandiera e per la sua squadra», «Il nostro ragazzo fa gol e ci saluta da Roma. Bravo Cengiz, l’amore per la patria e la bandiera vengono sempre prima di tutto» sono alcuni dei commenti che si leggono sui principali siti del Paese.

ESULTANZA UNDER, IL RIFERIMENTO ALL’OPERAZIONE MILITARE TURCA CONTRO I CURDI

Under ha voluto fare un omaggio all’esercito turco che è impegnato in una offensiva contro i curdi in Siria. Il governo di Ankara – seguendo la posizione di Recep Tayyip Erdogan – ritiene che si tratti di terroristi, affiliati al Pkk. Ma il rischio per una possibile emergenza umanitaria è davvero altissimo. Sull’azione dell’esercito turco, infatti, ci sono tutte le perplessità della comunità internazionale (Stati Uniti esclusi, che hanno dato una sorta di silenzio assenso alle operazioni) e le preoccupazioni per una vera e propria escalation di violenza nella regione.

Secondo alcuni portali di informazione locali, il gesto di Under sarebbe stato giustificato come un omaggio a due soldati suoi connazionali morti nel corso delle operazioni belliche. Il calciatore della Roma, però, così facendo, diventa uno spot per la politica estera aggressiva di Erdogan, una esaltazione del nazionalismo, una legittimazione – a livello mediatico – degli attacchi dell’esercito nei confronti del popolo curdo. Non proprio una bella immagine, insomma, che entra nella galleria dei (sempre più frequenti) usi militari utilizzati a mo’ di esultanza sui campi di calcio.

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