Il Codacons presenta un esposto alla Corte dei Conti sul ‘presunto riscatto pagato per Silvia Romano’

11/05/2020 di Enzo Boldi

La liberazione di Silvia Romano ha fatto felici non solo i familiari della giovane, ma anche molti italiani che hanno vissuto con apprensione la vicenda della 24enne cooperante milanese rapita in Kenya nel novembre del 2018. Gioia che fa da contraltare – perché, probabilmente, meno rumorosa – alla valanga di commenti denigratori nei confronti della donna che, una volta atterrata a Ciampino, ha detto di aver deciso – durante i 18 mesi del suo sequestro – di convertirsi all’Islam. Ora arriva anche una richiesta alla Corte dei Conti: l’esposto Codacons riscatto Silvia Romano.

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«La vicenda presenta molte, troppe zone d’ombra su cui è necessario fare chiarezza – ha spiegato il Codacons in un comunicato pubblicato da AdnKronos -. Ovviamente salvare i nostri connazionali è un obbligo per lo Stato Italiano, e siamo tutti lieti per la liberazione di Silvia Romano, ma il pagamento di un riscatto in favore dei rapitori potrebbe rappresentare un reato non solo penale ma anche contabile».

Esposto Codacons riscatto Silvia Romano

Secondo l’esposto Codacons riscatto Silvia Romano, in questa vicenda ci sarebbero più ombre che luci: «Sembrerebbe non sussistere la condizione che il codice penale richiede, ossia reale minaccia di morte imminente. Va accertato poi se la stessa potesse muoversi liberamente nei luoghi dove veniva portata senza che i servizi, pur informati, abbiano mai tentato come fatto altre volte di liberarla, se inoltre la Romano abbia liberamente scelto di abbracciare la religione dei suoi rapitori convertendosi all’Islam, e se vi fossero i requisiti per il pagamento di un riscatto».

Il pagamento e la conversione

L’associazione dei consumatori, ora chiede che siano interrogate tutte le persone coinvolte nelle fasi di mediazione con i terroristi di al-Shabaab, per verificare la voci sul presunto riscatto pagato dallo Stato per riportare Silvia Romano a casa. E Codacons chiosa così: «In tale contesto, se confermato, il versamento di denaro in favore dei rapitori rappresenta comunque una pesante sconfitta per lo Stato Italiano».

 

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