La maggior parte delle Università ha deciso di proseguire con gli esami a distanza

22/05/2020 di Enzo Boldi

Maggio è il mese che precede l’inizio della sessione estiva degli esami universitari, ma quest’anno sarà tutto molto diverso. Nonostante l’apertura alla possibilità – seguendo rigidi protocolli sul distanziamento e la sicurezza nelle strutture – di riaprire alla presenza in Aula per quel che riguarda non solo le sedute di Laurea, ma anche le prove scritte e orali di ogni singola materia, molti Atenei hanno deciso di mantenere lo status quo iniziato con l’avvio della fase di emergenza sanitaria legata al Coronavirus.

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Per il momento, molte Università hanno riaperto i propri portoni e cancelli, ma limitatamente a un ingresso contingentato (e su prenotazione) a biblioteche e laboratori. Gli esami universitari, invece, proseguiranno in via telematica e a distanza per via degli spazi ridotti all’interno delle strutture italiane. Come riporta Il Corriere della Sera, sono pochissime le eccezioni. Una di queste è rappresentata da La Sapienza di Roma che darà il via alla sessione estiva de visu, ovviamente con indicazioni ben differenti rispetto a quelle a cui eravamo abituati.

Esami universitari proseguono a distanza

La fase due delle Università italiane è partita il 4 maggio, con il dpcm che dava indicazioni sulle riaperture. I rettori, che si sono riuniti ieri in una riunione telematica, si stanno però muovendo direttamente sulla fase 3 (che andrà da settembre al 31 gennaio): l’obiettivo è quello di riprendere le attività con l’inizio del nuovo anno Accademico, anche se sono ancora molto forti le perplessità e per una decisione finale servirà altro tempo.

Il caso dei fuorisede e le lezioni a distanza

Perché la questione degli esami universitari viaggia anche sui binari paralleli delle lezioni che potrebbero riprendere in forma frontale, forse, solo a partire dal 2021. Il motivo non è puramente sanitario. Molti degli studenti che frequentano gli Atenei sono fuorisede e, vista la situazione, alcuni di loro hanno disdetto i propri contratti di locazioni nelle città in cui sono andati a studiare. Un problema che deve essere necessariamente affrontato per non lasciare nessuno indietro e consentire a tutti un pari diritto di studio.

(foto di copertina: esterno Università La Sapienza – da Google Maps)

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