La Lega cita sui social il vicepresidente dei giovani pakistani italiani pubblicando la foto di un altro pakistano

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La persona ritratta in foto ha dovuto chiedere esplicitamente di rimuovere il contenuto ai social media manager di Lega Salvini

Il post di cui parliamo, attualmente, è stato rimosso. E rimuoverlo è il minimo che si potesse fare, data la pessima figura fatta dagli account social della Lega e da Matteo Salvini. Tutto parte dall’intenzione della Lega di rilanciare le parole del vicepresidente dei giovani pakistani italiani, tale Usama Sikandar – che è anche studente di medicina in Italia -. Come da prassi degli account social di Lega Salvini e dell’orbita di destra, quando un personaggio dice qualcosa di utile, una determinata frase di quel discorso (ovviamente quella funzionale per affermare un determinato punto anche se, nel complesso, il messaggio magari è un altro) viene ripresa e abbinata alla fotografia.



Tante volte la Lega ha fatto questo, tante volte è stato chiesto di rimuovere un contenuto del genere dalle persone riprese – lo scorso aprile, ad esempio, il giornalista David Allegranti – ma stavolta si è raggiunta una nuova vetta. La fotografia pubblicata che dovrebbe raffigurare Usama Sikandar rappresenta, invece, il quasi omonimo Usama Bin Sikandar, ricercatore al Georgia Institute of Technology che ha origini pakistane.

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La pessima figura di Lega Salvini sui social

Un vero epic fail social, come fa notare Il Fatto Quotidiano. L’account del Carroccio ha pubblicato la fotografia del ricercatore che lavora negli Stati Uniti e, giustamente, il docente si è rivolto a chi si occupa della comunicazione per conto dell’account della Lega: «Questa è la mia foto, non sono la persona di cui parla questa storia. Rimuovete subito questo post».

La frase citata nel post, pubblicato lo scorso 9 giugno, era stata estrapolata da un discorso fatto per commentare la vicenda della giovane Saman Abbas. Un capitolo tristissimo della cronaca italiana, con le indagini ancora in corso, che – come sempre – è stato strumentalizzato per fini politici data la nazionalità dei protagonisti. Scriveva, la Lega: «Saman è morta perché ci sono diversi alibi che attraverso la religione, la tradizione e le usanze, hanno armato la mano di suo zio. Francamente sono davvero stufo e come me tanti giovani pakistani che vivono in Italia non ce la fanno più a sopportare certe usanze. Tradizioni che vogliono inchiodarci a una cultura arretrata, che non rispetta le donne e le nostre scelte di giovani che vivono in un contesto nuovo».



Peccato solo che questa citazioni, copiata e incollata senza contesto, sia stata commentata dallo stesso Sikandar (quello italiano) che si è detto assolutamente non stupito dell’utilizzo che la Lega ha fatto di parte del suo discorso. «Non mi stupisce che la Lega abbia ‘aggiustato’ la mia intervista a scopi propagandistici, prendendo un pezzo di frase di qua e di là e mettendole insieme – ha detto il vicepresidente dei giovani pakistani italiani – Mi fa molto più arrabbiare la sostituzione della foto».

«Per i leghisti siamo tutti uguali»

L’errore nella scelta della foto evidenzia tanto un lavoro fatto male da parte dei social media manager – che non si sono curati di verificare l’identità fotografica della persona che stavano citando tramite dei controlli incrociati suo social – quanto che, come sottolinea Sikandar «per i leghisti, noi siamo tutti uguali». La Lega non ha provveduto alla correzione della fotografia nemmeno quando avvisata dai diretti interessati coinvolti poiché è stato l’italiano a contattare il quasi omonimo che vive negli Usa per avvertirlo di quello che stava succedendo.

Il ricercatore ha contattato personalmente l’account della Lega per chiedere la rimozione del post, alludendo anche al fatto che la storia potesse essere falsa: «Questa è la mia foto. Non sono la persona di cui parla questa storia. Molto probabilmente anche la storia è falsa. Lega – Salvini Premier rimuova ora questo post per favore». La richiesta non è stata esaudita e al Sikandar statunitense altro non è rimasto se non procedere per vie legali. Il post in questione, pubblicato sull’account Facebook, è stato ora rimosso.