Erdogan: «I terroristi dell’Isis non scapperanno». Ma ci sono jihadisti tra le milizie che lo appoggiano

15/10/2019 di Redazione

Si fa presto a dire terrorismo. Recep Tayyp Erdogan, il presidente turco, è intervenuto sulle colonne del Wall Street Journal per chiarire la sua posizione in merito alle migliaia di terroristi dell’Isis che erano controllati dai curdi al confine tra Siria e Turchia. Secondo la comunità internazionale, infatti, l’indebolimento dei curdi e la loro sistematica uccisione da parte dell’aviazione di Ankara andrebbe a minare dalle fondamenta la lotta contro lo jihadismo islamico.

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Erdogan interviene sul ruolo dell’Isis in Siria del Nord

«Ci assicureremo che nessun combattente dell’Isis lasci il nord-est della Siria – ha affermato Erdogan che ha lanciato anche una pesante accusa contro l’Europa -. Gli stessi Paesi che oggi insegnano alla Turchia le virtù della lotta contro l’Isis, non sono riusciti a frenare l’afflusso di combattenti terroristi stranieri nel 2014 e 2015».

Accuse pesanti, frecciatine e una vergognosa affermazione sulla lotta al terrorismo. Del resto, Erdogan è smentito dai fatti. Proprio nel corso dell’offensiva turca, infatti, una autobomba è esplosa proprio nel bel mezzo del territorio controllato dallo YPG, con relativa rivendicazione da parte dei terroristi dell’Isis che, di fatto, si stanno già revitalizzando.

L’appoggio jihadista alle truppe turche

Senza contare, poi, che tra le milizie che appoggiano l’offensiva turca nella Siria del Nord ci sono anche gli jihadisti di Ahrar al Sharqiya, una formazione di al-Nusra (il gruppo terroristico che aveva preso il testimone da al-Qaeda). Per questo motivo, le parole di Erdogan non sembrano veramente credibili e suonano come una sorta di beffa per quanto sta accadendo al popolo curdo.

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