L’equivoco del metadone per i 15enni morti: «Pensavano fosse codeina»

Gianluca Alonzi, 15 anni, e Flavio Presuttari, 16 anni, i due ragazzi trovati morti il 7 luglio nelle loro case di Terni, erano forse convinti di avere «acquistato e assunto codeina» mentre «si trattava di metadone». È l’ipotesi formulata dal gip Barbara Di Giovannantonio, convalidando il fermo di Aldo Maria Romboli. Dall’indagine è emerso che già a giugno l’uomo aveva ceduto il metadone diluito ai due adolescenti.

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«Quella volta però – emerge dal provvedimento del gip – l’indagato aveva detto loro che si trattava di codeina e non di metadone. Il Romboli ribadisce invece che il 6 luglio aveva detto ai ragazzi che la sostanza ceduta era effettivamente metadone». Per il giudice questa affermazione “contrasta” con quanto riferito agli inquirenti dagli amici di Flavio e Gianluca. Secondo i testimoni, infatti, quando i due ragazzi si erano sentiti male avevano detto che «era colpa della codeina comprata da Aldo». Romboli – emerge ancora dal provvedimento del gip – ha tuttavia negato «assolutamente di avere ceduto codeina, né il 6 luglio né in altre occasioni ai due ragazzi, confermando solo la cessione di metadone nel mese di giugno spacciandola per codeina».

Secondo quanto ricostruito, «lunedì i due giovani avevano incontrato Romboli al parco del quartiere San Giovanni, intorno alle 21, e avevano consumato insieme a lui il metadone acquistato, diluito con acqua in una bottiglietta. Poi si erano visti con gli amici per una partita di calcio, ma non avevano giocato perchè stavano già male». Gianluca, in particolare, «si era accasciato su una panchina ed aveva vomitato più volte, prima di essere riaccompagnato a casa da un amico». Nel confermare l’arresto, il giudice «ritiene che sussistano gravi indizi di colpevolezza e ritiene sussistano le esigenze cautelari per il concreto e attuale pericolo che l’indagato commetta ulteriori delitti della stessa specie». Nell’ordinanza il gip parla di «particolare leggerezza nella cessione di sostanze a soggetti minorenni. La forte dipendenza da cocaina impedisce all’indagato una efficace autoregolamentazione per cui esiste concreta e attuale pericolosità del Romboli, che non è in grado di contenere i propri impulsi criminali. L’indagato, inoltre, ha ammesso che la dipendenza dalla cocaina è tale da non essere in grado di controllarsi nell’assunzione del metadone e di averne venduto un po’ per ricavare i soldi a lui necessari per l’acquisto della cocaina».

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