Enrico Esposito, l’uomo voluto da Di Maio che fa tweet sessisti e omofobi
11/10/2018 di Gaia Mellone
Enrico Esposito era compagno di Università di Luigi Di Maio: entrambi hanno frequentato la facoltà di giurisprudenza della Federico II di Napoli. Ora, deve la sua carica proprio alla scelta personale del leader M5S, che lo ha fatto diventare vicecapo dell’ufficio legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico. Il neo avvocato percepirà 65mila euro l’anno, e forse sulla scia di Toninelli, dovrà trovarsi un social media manager.
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L’Espresso ha fatto le pulci del suo profilo Twitter, che risulta privato. L’articolo pubblicato sul sito del giornale, ormai in aperto conflitto con i 5 Stelle, riporta una gallerà di tweet condivisi tra il 2013 e il 2016, da cui emergono opinioni sessiste e omofobe, almeno virtualmente. Magari si tratta del classico “leone da tastiera”, che scrive provocatoriamente sui social cose che non pensa, e forse al tempo non immaginava che sarebbe diventato un “personaggio pubblico”, ma Esposito sembra avere qualcosa da ridire su tutti.
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Enrico Esposito, i tweet incriminati diffusi da L’Espresso
Nel 2013 commentò la nomina di Michela Biancofiore come sottosegretaria al Dipartimento per le Pari Opportunità dicendo «Non c’è modo migliore di onorare le donne mettendo una mignotta in quota rosa». Sempre sul tema quote rosa, nel febbraio 2014 scrive «Comunque sono contento delle quote rosa al governo, almeno le leviamo da mezzo alla strada». Un sessismo spietato, di cattivo gusto, che non è rivolto solo alle donne in politica ma anche alle donne del mondo dello spettacolo: «#TikiTaka per Melissa Satta il dito medio di Mancini non è grave. Ovvio, “vaffanculo” per lei è un lavoro mica un insulto» twitta nel febbraio 2016.
Poi, c’è il capitolo «ricchioni». «Dolce e Gabbana chiusi “per indignazione”. Ma si può sempre entrare dal retro». Il tweet datato luglio 2013 si riferisce alla chiusura di 3 giorni dei negozi milanesi dei due stilisti dopo che l’assessore del capoluogo lombardo aveva definito sbagliato concedere spazi a marchi vip «che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale». E nel 2016, Esposito regala ai suoi follower un modo per distinguere un omosessuale da un etero: «Quando ti chiamano “ricchione” o rispondi “a puttan e mammt” o vai a piangere dalla maestra. Se fai la seconda cosa, sei ricchione davvero».
Essendo il suo profilo privato, non c’è modo di capire se si sia trattata di una fase giovanile di umorismo discutibile o di alcuni tweet scelti ad arte, o se davvero Esposito sia ancora così estremo: sul suo profilo Facebook, però, l’immagine di copertina è una fotografia del suo matrimonio, dove sorride insieme alla moglie, e questo fa sperare che almeno sulle donne la sua visione ora sia diversa. Per ora non risultano dichiarazioni a seguito dell’articolo pubblicato dall’Espresso.
Enrico Esposito, Fiano richiede l’intervento di Di Maio
A rispondere alle accuse mosse dall’Espresso è Emmanuele Fiano, deputato del Pd, che a sua volta sceglie Twitter come megafono. «Il vicecapo del legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato tweet indecorosi e offensivi» scrive, rivolgendosi poi ai vertici del Movimento 5 Stelle: «ci chiediamo quanto il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio attenderà ancora per prendere provvedimenti».
(Credits immagine: foto profilo Linkedin di Enrico Esposito)