Haftar a pochi chilometri da Tripoli, Sarraj: «Traditore, reagiremo»

07/04/2019 di Enzo Boldi

Le tensioni interne alla Libia fanno preoccupare il mondo, con le truppe del generale Khalifa Haftar a pochi passi da Tripoli. Il Paese è sull’orlo di una guerra civile, l’ennesima. Altro che porto sicuro, insomma. Il terribile clima che si respira nella capitale della Libia è certificato anche dalle parole di Sarraj, titolare del governo riconosciuto dall’Onu: «Abbiamo steso le nostre mani verso la pace – ha detto il premier – ma dopo l’aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient’altro che forza e fermezza».

La tensione in Libia è sempre più alta

Sarraj ha dalla sua parte i miliziani di Misurata e non esita a gettare benzina sul fuoco dello scacchiere internazionale, accusando la Francia di appoggiare segretamente il tentativo di Haftar di spodestarlo.

Intanto, l’Eni, che in Libia ha due giacimenti petroliferi a Wafa, in Tripolitania, e a El Feel, a Sud del Paese, ha deciso di far evacuare il personale italiano da lì per metterli in sicurezza.

A riportare la notizia è stata l’agenzia AdnKronos che racconta di aver avuto un colloquio con fonti interne e ben informate. L’Eni avrebbe deciso di dare il via all’evacuazione del personale italiano della compagnia petrolifera dopo aver contattato la Farnesina che si sarebbe detta d’accordo a prendere questa misura precauzionale per non esporre i lavoratori a eventuali rischi dettati dalle tensioni palpabili in Libia con la marcia del generale Haftar in direzione di Tripoli.

In Libia l’Eni evacua i lavoratori italiani

«La situazione nei campi è sotto controllo e stiamo monitorando l’evolversi della situazione con molta attenzione», ha sottolineato, sempre all’AdnKronos, un portavoce dell’Eni in merito alla situazione in Libia al terzo giorno di marcia su Tripoli dell’Esercito nazionale libico (Lna) sotto la guida del generale Haftar. Il gruppo petrolifero italiano ha, però, aggiunto come l’Eni non abbia attualmente nessun personale presente a Tripoli.

Unanimità di vedute tra i ministri del G7

Mentre in Libia il governo centrale ha portato avanti un raid aereo contro l’avanzata dell’esercito nazionale di Haftar – secondo quanto riferito da Al-Jazeera, caccia del governo hanno bombardato posizioni dell’esercito di Haftar a Mizda, a sud di Gharyan e Souq Al-Khamis, sud-est di Tripoli, senza causare vittime -, in Europa i ministri degli Esteri del G7, riuniti a Dinard (in Francia) esprimono preoccupazione per la situazione. «C’è accordo fra tutti i partecipanti – ha spiegato all’Ansa il ministro Moavero Milanesi – sull’analisi della situazione in Libia e sulla richiesta già fatta ieri sera di mettere fine ad operazioni militari che complicano lo scenario, mentre la soluzione non può che escludere ogni opzione militare».

 

(foto di copertina: ANSA / War Information Division of the Libyan National Army )

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