Concessi gli arresti domiciliari a Emilio Fede: «In carcere soffrirebbe»

11/10/2019 di Enzo Boldi

Dopo la condanna definitiva da parte della corte di Cassazione per il processo Ruby-bis, Emilio Fede aveva detto di volersi rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere la grazia. I giudici decisero una pena per Nicole Minetti – l’ex parlamentare del Popolo delle Libertà co-imputata – di due anni e 10 mesi; per l’ex direttore del Tg4, invece, la sentenza fu più pesante: quattro anni e sette mesi di reclusione. L’ordine di carcerazione, però, venne immediatamente sospeso per via dell’età del condannato (88 anni) e il suo stato di salute. Adesso il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso che la pena potrà essere scontata ai domiciliari, senza passare per la galera.

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Le detenzione in carcere, secondo i giudici del Tribunale di Sorveglianza meneghino, «andrebbe contro il senso di umanità» sia per l’età di Emilio Fede, sia per le sue condizioni di salute. I medici e i referti, infatti, hanno mostrato diverse patologie che non sono compatibili con la prigione, con l’ex direttore del Tg4 che sarebbe stato sottoposto a un’enorme sofferenza.

Emilio Fede e la decisione del Tribunale di Sorveglianza

La condanna nei suoi confronti, e di Nicole Minetti, arrivò lo scorso 11 aprile quando la Cassazione decise per la pena di quattro anni e sette mesi per favoreggiamento della prostituzione per le famose cene di Arcore. La traduzione in carcere venne immediatamente bloccata anche grazie al lavoro dei legali dell’ex direttore del Tg4 che palesarono uno stato di salute incompatibile con il regime di detenzione in prigione. Ora arriva la decisione che conferma quanto – di fatto – era inevitabile.

Domiciliari che potrebbero durare poco

Emilio Fede inizierà adesso a scontare la sua pena nella sua casa di Segrate, con tutte le prescrizioni indicate nella decisione dei giudici del Tribunale di Sorveglianza: potrà uscire di casa solamente quattro ore al giorno (tra le 10 e le 12 e tra le 16 e le 18), al netto di eventuali problemi di salute che supererebbero questi vincoli. Ma il tutto dovrebbe durare pochi mesi perché già a breve, a quattro anni dalla scadenza della pena, potrà richiedere l’affidamento ai servizi sociali.

Nonostante la decisione del Tribunale di sorveglianza, Emilio Fede ha detto all’AdnKronos di proseguire nell’iter per chiedere la grazia a Sergio Mattarella.

(foto di copertina: . ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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