Fallisce la battaglia di Emile Ratelband: il 69enne continuerà a essere un 69enne
03/12/2018 di Enzo Boldi
L’Olanda non è un Paese per vecchi (che si sentono giovani). La battaglia legale che ha visto protagonista nei mesi scorsi il 69enne Emile Ratelband è arrivata a una svolta, non positiva per lui. Si tratta di quell’uomo che aveva presentato istanza al tribunale per modificare la sua data di nascita, posticipandola di 20 anni. Il motivo? Lui si sente bello e in forza come un 49enne e, questa la ragione principale della sua bizzarra richiesta, risultando più giovane di un ventennio, avrebbe rimorchiato di più su Tinder. Ora, però, i giudici della città di Arnhem hanno bocciato la sua istanza ed Emile Ratelband rimarrà un anziano (ma giovanile) 69enne olandese.
La sua storia aveva attirato l’attenzione mediatica da tutto il mondo. Non è certo comune trovare una persona pronta a presentare domanda in tribunale per posticipare la data della propria nascita. Ma Emile Ratelband le ha provate tutte fino in fondo. Al 69enne olandese non piaceva proprio quell’etichetta dal sapore di «data di scadenza» che gli pregiudicava (e precludeva) qualsiasi tipo di interazione con donne molto più giovani di lui su Tinder, la famosa app di appuntamenti.
Emile Ratelband e la sua battaglia per restare giovane
Nella sua istanza, Emile Ratelband aveva spiegato che c’era anche qualcosa di diverso rispetto al sesso. Lui, alla soglia dei 70 anni, ha le energie di un 50enne. Nonostante questo, però, trovare un lavoro è quasi impossibile, penalizzato da quel numero sulla sua carta di identità che – non potendo fuggire alle leggi del tempo – recita: 1949. Tutto ciò, però, non ha smosso il rigido impianto legislativo olandese e i giudici di Arnhem non hanno potuto che rigettare la sua bizzarra richiesta.
La sua vecchiaia giovanile resterà intaccata
L’olandese, che nel 2011 aveva anche prestato la propria voce per il doppiaggio del film d’animazione della Disney «Cars 2», dovrà piegarsi ai segni del tempo. Non quelli che si manifestano a mo’ di rughe o acciacchi vari. Bensì a quelli della carte d’identità. Avrà avuto anche una «vecchiaia giovanile» (citando Checco Zalone), ma tra il 1949 e il 1969 sono accadute troppe cose per poter cancellare la storia con un colpo di spugna.
(foto di copertina: Robin Utrecht/ABACAPRESS.COM)