Elly Schlein: «Perché il ministro degli sgomberi non interviene?» | VIDEO
07/08/2019 di Redazione
Oltre centomila firme per una petizione da record. Insieme in Rete, lo scorso 24 giugno, ha lanciato l’iniziativa per chiedere lo sgombero di Casapound dalla sede di Via Napoleone III. Una battaglia che ha già dato i suoi primi frutti: in attesa dello sgombero vero e proprio, nella giornata di ieri le autorità del Comune di Roma hanno ottenuto che dallo stabile venisse rimossa la scritta Casapound. Oggi anche Elly Schlein, ex europarlamentare, si è aggiunta all’appello dell’associazione, pubblicando un video all’interno del quale commenta la situazione dell’immobile romano occupato dai cosiddetti ‘fascisti del terzo millennio’.
L’appello di Elly Schlein per lo sgombero di Casapound
Il primo passo della cancellazione della scritta, tuttavia, non deve far abbassare la soglia dell’attenzione. Il gesto è stato perlopiù simbolico, mentre l’azione concreta sarebbe quella dello sgombero dell’edificio. Per questo gli appelli come quello fatto da Elly Schlein servono a mantenere alto il livello del dibattito.
«I rappresentanti di Casapound si definiscono fascisti del terzo millennio – ha detto Elly Schlein – e si pongono al di fuori della Costituzione. Sono le stesse persone che hanno all’attivo un buon numero di denunce e arresti per diverse tipologie di reato. Dal 2003 occupano uno stabile vicino alla stazione Termini di Roma, uno stabile del demanio».
Le parole di Elly Schlein sul ministro degli sgomberi Matteo Salvini
Elly Schlein si riferisce direttamente a Matteo Salvini: «Stupisce che il ministro degli sgomberi – ha proseguito – non si sia preso la briga di intervenire in questa occasione. Il danno erariale è stimato in 4,6 milioni di euro: bisogna firmare questa petizione per ripristinare l’ordine costituzionale, non concedendo spazi pubblici ad associazioni che si richiamano apertamente al fascismo».
Elly Schlein, ex eurodeputata eletta nelle fila del Partito Democratico nel 2014, dopo il periodo renziano del partito ha aderito a Possibile, il movimento fondato da Giuseppe Civati. Non ha accettato una nuova candidatura al Parlamento Europeo quest’anno, vista la grave frammentazione dei partiti di sinistra alla tornata del 26 maggio scorso. Il suo lavoro è stato apprezzato a Bruxelles: Elly Schlein, oltre a essere una delle eurodeputate più presenti, ha anche operato in maniera più incisiva nell’istituzione.