Il senatore Elio Lannutti indagato per diffamazione aggravata dall’odio razziale
11/02/2019 di Enzo Boldi
Che quel tweet sui savi di Sion e le banche non potesse rimanere impunito era cosa nota. Ora, infatti, è arrivata l’apertura di un fascicolo d’indagine nei confronti di Elio Lannutti. L’accusa mossa dalla Procura di Roma nei confronti del senatore M5S è di diffamazione aggravata dall’odio razziale. Il procedimento nei confronti del presidente onorario dell’Adusbef è arrivato dopo la denuncia presentata dalla Comunità ebraica della capitale.
Nelle scorse settimane, Elio Lannutti aveva condiviso sul proprio profilo Twitter la bufala del ‘Protocollo dei sette savi di Sion‘ che controllavano il mondo economico e finanziari. In particolare nel post si accusavano gli ebrei di controllare il sistema economico mondiale. I pubblici ministeri di piazzale Clodio – nell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Caporale – hanno di fatto recepito una denuncia presentata dalla Comunità ebraica di Roma e a firma della presidente Ruth Dureghello.
Elio Lannutti indagato per il tweet sui savi di Sion
In un’intervista Ruth Dureghello aveva spiegato: «La citazione, con un tweet, dell’infame falso storico dei ‘Protocolli di Sion’ è gravissima per molti motivi. Viene da un rappresentante delle istituzioni ed è dilagato sui social: un elemento che innegabilmente produce un ulteriore aggravio di responsabilità per la vasta diffusione che ha avuto». Alcuni giorni dopo la pubblicazione del post, Elio Lannutti si è scusato affermando di aver «pubblicato un link sui banchieri Rothschild, senza alcun commento. Poiché non avevo alcuna volontà di offendere alcuno, tantomeno le comunità ebraiche od altri, mi scuso se il link ha urtato la sensibilità. Condividere un link non significa condividere i contenuti, da cui comunque prendo le distanze. Ci tengo a sottolineare che non sono, né sarò mai antisemita».
L’aggravante razziale
Spiegazioni che adesso saranno alla base della linea difensiva del senatore Elio Lannutti che adesso dovrà provare a convincere i giudici della sua condotta, criticata (senza condanna) anche dalla base del Movimento 5 Stelle. L’aggravante dell’odio razziale sembrava essere scontata, anche perché quel maldestro tweet faceva riferimento a fatti e accadimenti che sono state cause dell’Olocausto.
(Foto di copertina: Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)