La vittoria del Mid-Term appartiene alle donne

In un certo senso, Donald Trump è la cosa migliore capitata ai Democratici, anzi, alle Democratiche. Alle elezioni di metà mandato si sono candidate più donne che mai, sopratutto del partito dell’asinello. Molte durante la campagna hanno fatto riferimenti al movimento MeToo e si sono espresse contro l’atteggiamento maschilista dimostrato dal Presidente Usa sia durante la campagna contro Hillary Clinton che durante i due anni di mandato, che ha fatto guadagnare un seguito femminile -e non solo –  mai registrato prima.

Non tutti i seggi hanno concluso gli scrutini, ma il record è già stato infranto. Fino ad ora il massimo delle donne presenti al congresso era di 84, ma dopo queste elezioni il numero salirà a 95. Possibile anche un superamento al Senato, dove adesso siedono 23 donne.

Per i 435 seggi della Camera si sono candidate 237 donne

La rappresentante dei democratici per l’Illinois Cheri Bustos ha commentato la vittoria del suo partito sostenendo che questo cambiamento è stato «alimentato da una massiccia affluenza di donne e sostenuto dai nostri incredibili candidati». Le donne democratiche hanno vinto anche un seggio repubblicano nell’Illinois, due nell’Iowa e uno in Kansas.

In queste elezioni di metà mandato sono state 71 le donne a correre per una ri-elezione, 46 per i seggi liberi e 120 hanno sfidato delle sedute repubblicane. Il risultato è che le donne candidate alla Camera erano un totale di 237, di cui 185 democratiche e 52 repubblicane.

Durante un’intervista con la Cnn del mese scorso, Nancy Pelosi aveva sottolineato come «nulla è più salutare per il nostro paese, per la nostra politica, per la nostra lotta politica dell’aumento della partecipazione delle donne nel processo elettorale». Pelosi è la vincitrice per il seggio della California, e ha dichiarato che questi «sono tempi davvero eccitanti, perché aumenteremo drasticamente il nostro numero, e ciò che desidero per queste donne è di lavorare in una maggioranza Democratica».

Le prime volte della Camera più diversificata che mai

Il nuovo Congresso, il 116esimo della realtà americana, passerà sicuramente alla storia come quello più diversificato non solo per la presenza femminile ma anche per etnie e identità sessuale. Per la prima volta nella storia, il Congresso vedrà anche la partecipazione degli indiani d’America, con Sharice Davids per il Kansas e Debra Haaland per il New Mexico. Entrambe donne, entrambe democratiche. Sicuramente, queste elezioni sono piene di “prime volte”.

Basti pensare che ben 11 stati (Idaho, Montana, Oklahoma, Louisiana, Arkansas, Pennsylvania, Maryland, Rhode Island, Vermont, South Carolina e Kentucky) non avevano mai avuto una rappresentante donna alla Camera, il Vermont addirittura nell’intero Congresso. Da oggi, almeno due di questi stati saranno rappresentati da una donna: si tratta di Oklahoma, con la democratica Kendra Horn e della Pennsylvania che ha portato alla Camera addirittura 4 donne. Vittoria in rosa democratico anche in Kansas. Il Texas invece ha eletto per la prima volta deputate ispaniche, entrambe democratiche: sono Veronica Escobar e Sylvia Garcia. Il Massachusetts ha eletto la sua prima deputata di colore, Ayanna Pressley, così come il Connecticut con Jahana Hayes.

Queste elezioni segnano anche un’altra svolta: non era mai successo che ai ballottaggi arrivassero delle donne musulmane. Da oggi invece ci sarà un precedente, grazie a Rashida Tlaib che ha corso per Detroit e Ilhan Omar che, oltre a essere musulmana e arrivata negli Usa come rifugiata, sarà anche la prima somalo-americana a sedere nel Congresso.

Tra le vincitrici spicca sicuramente Alexandria Ocasio-Cortez. Con i suoi 28 anni, è la deputata più giovane di sempre a sedere nel Congresso. Dopo aver sconfitto – con grande sorpresa di tutti gli scommettitori – alle primarie democratiche di New York Joseph Crowley, deputato uscente e tra i volti più conosciuti del partito, ha battuto il 72enne repubblicano Anthony Pappas nella corsa al Congresso.

Anche il Senato potrebbe registrare il massimo di presenze femminili fino ad ora

Il Tennessee ha eletto la prima senatrice femminile consegnando la vittoria a Marsha Blackburn, e il Nevada è salito a due con la sconfitta del repubblicano Dean Heller per mano della democratica Jacky Rosen. «Questa notte in cui le donne vincono dappertutto, è una notte storica per noi, perché ora il Nevada diventerà il quinto stato con due senatrici» ha dichiarato Rosen durante il suo discorso di vittoria. Anche l’Arizona manderà al Senato una candidata donna, sia che vinca la democratica Kyrsten Sinema o la Repubblicana Martha McSally.

(Credits immagine di copertina: foto condivise sui profili twitter ufficiali)

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