Elena Proietti, la donna arbitro aggredita in campo:«Io invalida al 67%, lui tornerà a giocare»
26/11/2018 di Gaia Mellone
Elena Proietti faceva l’arbitro di calcio. Ora è assessore allo Sport del comune di Terni, dopo che 4 anni fa venne colpita da un giocatore in pieno volto, rendendola invalida al 67%. Al talk show “Non è l’Arena” accusa l’Associazione Italiana Arbitri: «Mi hanno abbandonata». E il calciatore tornerà a giocare l’anno prossimo.
Elena Proietti: «Sono uscita da quel campo a 27 anni invalida, non deve più succedere»
La data che ha segnato in maniera permanente la carriera, e la vita, di Elena Proietti è il 7 dicembre 2014. La ragazza, allora 27enne, stava facendo da arbitro durante la partita di prima categoria Real Quadrelli-Trevana quando è intervenuta per sedare una rissa in campo, rimanendo gravemente ferita. Come ha raccontato a Massimo Giletti all’interno della trasmissione “Non è l’arena”, Elena era entrata in campo per bloccare una collutazione sul campo da gioco. «Questo giocatore era a terra, perdeva sangue dagli occhi, dal naso e dalla bocca» ha raccontato al conduttore di La7, spiegando che il giovane «era svenuto, accanto a lui nel raggio di 30 metri c’era solo un’altra persona.Mi sono rivolta a questa persona in modo concitato e quella partita non me la scorderò più. A questo ragazzo io ho detto:ma cosa hai fatto?». Elena stava facendo il suo lavoro, aveva tutta l’autorità necessaria per fare domande al potenziale, e poi confermato, aggressore, ma in cambio ha ricevuto un pugno. «Questo ragazzo mi ha risposto ” io non ho fatto nulla”. Ed è partito un pugno, un colpo che è arrivato sulla mia tempia destra». La ragazza ha raccontato di essere riuscita barcollando a rientrare negli spogliatoi, dove ha poi perso i sensi.
Invalida al 67% racconta: «L’Associazione Italiani Arbitri mi ha abbandonata»
«L’ambulanza mi ha soccorso e sono stata portata in ospedale insieme all’altro ragazzo» ha continuato a raccontare Elena in televisione. È stata ricoverata per 20 giorni, senza però ricevere una diagnosi certa. Continuava ad avere «dei problemi all’occhio e dei problemi all’orecchio», tanto che si è sottoposta a visite in diversi ospedali di Roma, persino a Boston. Poi le è stato consegnato il verdetto finale: «Ho perso la vista all’occhio destro e l’udito all’orecchio destro». Quel pugno l’ha resa invalida al 67% , cambiandole in maniera definitiva la vita e la carriera. Elena ha raccontato la sua storia di violenza, ma anche di abbandono. ««Mi sono sentita abbandonata, soprattutto dall’Associazione Italiana Arbitri. Sono stata 20 giorni in ospedale, non si è visto nessuno, ho ricevuto un paio di chiamate il primo giorno, mi sono sentita davvero abbandonata» ha detto, aggiungendo che «l’unica cosa che mi è stata chiesta è stato il referto di gara per il giudice sportivo mentre io ero ricoverata in ospedale». Diversa però la versione di Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, che è intervenuto affermando che «questa ragazza ha avuto tutto quello che doveva avere. Sono andati da lei dopo l’aggressione il presidente della sezione di Terni con due collaboratori, è stata assistita, ha fatto causa, sono stati dati 5 anni di interdizione a quel giocatore che avrebbe dato il pugno». Il calciatore che l’aveva aggredita in campo è stato squalificato per 5 anni, con l’aggiunta di 3 anni di Daspo. Quando nell’agosto 2016 venne fatta la richiesta di archiviazione, Elena si oppose, portando anche nuove testimonianze, ma «il Gip ha dichiarato che, incontrovertibilmente, io ho preso un pugno da quella persona ma non è stato volontario». Intanto, il calciatore violento tornerà a giocare dal prossimo anno.
(Credits immagine di copertina: condivisa dall’account ufficiale Facebook “Non è l’arena“)