Elena Bonetti non sa se le hanno lasciato il ddl Pillon nel cassetto: «Per me può restare lì»

Elena Bonetti è il nuovo ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia. Uno dei temi più spinosi che avrebbe dovuto affrontare in questa prima parte della sua attività da titolare di dicastero è quello del famoso ddl Pillon, proposto dal senatore della Lega, che ha come oggetto quello dell’affido condiviso tra i due genitori separati. Il testo, com’è noto, ha fatto discutere nella sua sostanza, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della donna previsto dalla proposta di legge.

Elena Bonetti chiude il cassetto del decreto Pillon

Contestata è stata soprattutto la cancellazione dell’assegno di mantenimento per la donna in seguito al divorzio, il ruolo della mediazione familiare e l’intero impianto della proposta che si basa su una presunta Pas, la sindrome da alienazione parentale, che tuttavia non ha alcuna base scientifica. Il ddl Pillon, stando alle ultime dichiarazioni da parte della Lega, è rimasto nel cassetto dell’ufficio del ministero della Famiglia, precedentemente guidato da Lorenzo Fontana e – per un breve periodo di tempo – da Alessandra Locatelli.

Elena Bonetti e lo scontro con il senatore leghista Pillon

Ma l’attuale ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti (in quota Partito Democratico) ha dichiarato di considerare chiusa quella esperienza, che aveva già avviato il suo iter in aula. Con un tweet nella giornata di oggi, infatti, la Bonetti chiarisce la sua posizione, segnando un punto a favore rispetto a tutte quelle categorie e a quelle associazioni che si opponevano al disegno di legge Pillon: «Se mi hanno lasciato nel cassetto una copia del ddl Pillon? – ha scritto la Bonetti – Non mi sono informata ma per quanto mi riguarda resterà nel cassetto».

Simone Pillon aveva già avuto occasione di scontrarsi a distanza con la neo-ministra delle Pari opportunità. In modo particolare l’aveva definita come una delle responsabili della stesura della Carta del Coraggio degli scout cattolici, un documento che apriva un tavolo di riflessione sulle diverse forme d’amore. La Bonetti aveva replicato, affermando di non essere stata tra le firmatarie del documento, ma di aver fatto parte del percorso che ne aveva portato alla stesura, attraverso un progetto educativo nei confronti degli scout che, invece, avevano operativamente scritto la Carta del coraggio.

FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI

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