L’elemosiniere del Papa ripristina la corrente elettrica nel palazzo occupato

Da lunedì 6 maggio in via di Santa Croce in Gerusalemme 55 a Roma i 450 abitanti del palazzo “Spin Time” sono rimasti senza energia elettrica e acqua calda. La corrente è stata attaccata dopo che è stato accumulato un debito di 300 mila euro con Hera, la società fornitrice di energia, e mentre il Comune cercava di giungere ad una soluzione è intervenuta la Santa Sede per mano del cardinale  Konrad Krajewski.

L’elemosiniere del Papa ripristina la corrente elettrica nel palazzo occupato

Dopo la notizia del palazzo al buio da circa una settimana, il porporato avrebbe contatto Comune e Prefettura per cercare di dare una mano a sbloccare la situazione, senza raggiungere risultati. Il cardinale Konrad Krajewski si è allora recato in prima persona il loco nel pomeriggio di sabato. Dopo aver fatto visita ai bambini che vivono nel palazzo occupato, il cui numero ammonta a circa un centinaio di minori, portandogli dei doni gli ha fatto anche una promessa: se entro le 20 della giornata non fosse stata ripristinata la corrente nello stabile l’avrebbe riallacciata lui stesso. E così ha fatto, calandosi in prima persona nel pozzo, staccando i sigilli e riattivando la corrente per tutto il palazzo.

«È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi», ha spiegato il cardinale all’Ansa «Non l’ho fatto perché sono ubriaco». «Come elemosiniere, ha sentito il dovere di compiere un gesto umanitario, provvedendo personalmente a riattivare la corrente elettrica all’edificio» ha poi aggiunto Krajewski all’Adnkronos.

Il suo gesto è stato compiuto, sottolineano le fonti vaticane delle agenzie di stampa, «nella piena consapevolezza delle possibili conseguenze d’ordine legale cui ora potrebbe andare incontro, nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie». Il cardinale Konrad Krajewski si assume quindi tutta la responsabilità del gesto di fronte a Comune e Acea. Il palazzo è occupato abusivamente dal 2013, e gli abitanti hanno accumulato un debito intorno ai 300mila euro, che ha portato l’azienda a staccare la corrente. Subito dopo la riattivazione del cardinale, Areti Spa ha rilevato l’anomalia recandosi sul luogo, ma gli occupanti hanno protestato contro il ripristino dei sigilli, creando un presidio intorno alla cabina elettrica che è durato fino alle 3 di notte sotto lo slogan «senza luce non si vive», lo stesso ripreso anche sulla pagina Facebook ufficiale.

(Credits immagine di copertina:  Konrad Krajewski ANSA/CLAUDIO PERI; Facebook SPIN TIME LABS)

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