Parla il padre di Elder Finnegan Lee: «Mio figlio è un bravo ragazzo»

29/07/2019 di Enzo Boldi

Mentre l’ordinanza del Gip ha reso pubblico il racconto di Elder Finnegan Lee, il ragazzo americano reo confesso della brutale uccisione di Mario Cerciello Rega, dagli Stati Uniti il padre del giovane ha rilasciato un’intervista alla CNN nella quale ha voluto far sapere al mondo che suo figlio «È un bravo ragazzo». Dalle carte che hanno portato prima al suo fermo, poi al suo interrogatorio, però, starebbe emergendo una verità ben diversa con l’ordinanza che parla di azione portata avanti con metodi da marines statunitensi.

«Mio figlio è una brava persona. Voglio farlo sapere a tutto il mondo», ha detto il signor Ethan – padre di Elder Finnegan Lee – alla CNN. L’uomo ha definito quella del figlio una «situazione precaria», il tutto mentre in Italia è stata resa nota l’ordinanza del suo fermo e del suo racconto agli inquirenti. Una confessione che, però, sembra avere delle contraddizioni, come quando il giovane americano – che si è accusato dell’omicidio di Mario Cerciello Rega – ha detto che non si era accorto che la vittima fosse un carabiniere.

Parla il padre di Elder Finnegan Lee: «Mio figlio è un bravo ragazzo»

«Mentre mi teneva fermo non ha mai estratto la pistola», si legge nella testimonianza riportata nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Chiara Gallo. Il tutto per andare a corroborare la sua tesi (smentita però dal suo amico e co-imputato per l’assassinio di Mario Cerciello Rega) secondo cui il carabiniere non si sarebbe mai presentato come tale e il ragazzo americano pensava fosse un pusher che voleva aggredirlo per vendetta dopo il furto del borsello.

Il racconto del reo confesso

«Elder Finnegan Lee ha ammesso di avere continuato a colpire la persona che lo aveva fermato sino a quando non aveva lasciato la presa sul suo corpo e che, quando aveva cominciato a colpire, l’uomo aveva urlato – si legge nell’ordinanza del gip -. L’insieme delle circostanze escludono che Elder non abbia compreso che i due che tentavano di fermarlo fossero dei poliziotti, dall’altro appaiono comunque del tutto incompatibili con i presupposti della legittima difesa, posto che le coltellate al torace sono state sferrate contro un uomo disarmato, che evidentemente già dopo i primi colpi era in difficoltà, in assenza di una vera e propria aggressione e durante il compimento di una azione delittuosa per la cui riuscita Elder Finnegan Lee si era premurato di presentarsi armato di coltello».

(foto di copertina: ANSA)

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