Strage di El Paso: per Trump è colpa di immigrazione e “Fake News”

Mentre tutta l’America si interroga, il giorno dopo, sull’odio e sulle cause della carneficina di El Paso, in Texas, dove ieri un ventunenne ha fatto fuoco uccidendo 20 persone e a Dayton, in Ohio, dove, con modalità simili, le vittime sono state nove, Donald Trump sceglie di andare controcorrente, come sempre, a modo suo. Per il presidente americano le cause della strage non andrebbero ricercate nell’ideologia malsana del cosiddetto “suprematismo bianco”, né sullo sconsiderato uso delle armi negli States, ma dalla campagna di “fake news” e d'”odio” scatenata dai media.

Ma non basta. Nonostante il linguaggio usato su internet dal killer di El Paso fosse fortemente ispirato dal linguaggio utilizzato dallo stesso  Trump per appoggiare le restrizioni sull’immigrazione e nonostante sia chiaro a tutti che questo attacco sia frutto della xenofobia ormai dilagante e dalla paranoia della “purezza razziale”, il presidente americano ribadisce su twitter che, ancora una volta, che la chiave di tutto è una nuova e più restrittiva riforma sull’immigrazione.

Dalla figlia Ivanka ai democratici: le altre reazioni

Curiosamente, ma non troppo, sono di tutt’altro tono le dichiarazioni sulla vicenda della figlia del Presidente Ivanka, che non esita a parlare di suprematismo e terrorismo, prendendo così una posizione netta sugli omicidi.

Molto più duro l’intervento di  Jerry Nadler, democratico e Presidente della Commissione Giustizia della Camera,  che ha paragonato l’intervento di Trump nientemeno che alle risposte date dai nazisti negli anni ’30 per giustificare le violenze contro ebrei e minoranze.

Il livello dello scontro insomma, non accenna a scendere, nemmeno sull’altra sponda dell’Atlantico.

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