Il tribunale scozzese ha respinto la mozione per bloccare la sospensione del Parlamento voluta da Boris Johnson

Ci sono diversi modi per fermare la decisione di Boris Johnson di sospendere il Parlamento per annullare l’opposizione ad una Brexit No Deal, e il Regno Unito le sta provando tutte. L’esito però non è affatto scontato e sopratutto ha un grande nemico incontrollabile: il tempo. E il tribunale di Edimburgo ha già rigettato il primo ricorso.

I tentativi nel Regno Unito per fermare la sospensione del Parlamento voluta da Boris Johnson

Boris Johnson ha ottenuto il via libera dalla Regina Elisabetta per sospendere il Parlamento inglese per circa un mese. Non un mese qualunque: i lavori parlamenti saranno bloccati dal 9 settembre fino al 14 ottobre, e riprenderanno a soli 15 giorni dalla deadline che il Regno Unito insegue da ormai tre anni, ovvero l’uscita dall’Unione Europea. In molti infatti hanno incolpato Boris Johnson di aver di fatto bloccato un sistema democratico che poteva essergli avverso in vista del piano Brexit, poiché in 15 giorni la Camera non farebbe in tempo a proporre alcuna modifica all’accordo o al non accordo.

Ma l’approvazione da parte della monarchia, che non ha precedenti, non significa che il Regno Unito sia disponibile a fare altrettanto. La petizione sul sito del Parlamento per bloccare la sospensione ha raccolto in poche ore migliaia di firme, che al momento in cui scriviamo ammontano a 1,593,617. 

Il tribunale scozzese ha respinto la mozione per bloccare la sospensione del Parlamento voluta da Boris Johnson

Contemporaneamente sono state presentate tre mozioni di emergenza in tre tribunali diversi nella speranza che una pronuncia arrivi fino alla Corte Suprema. A quel punto il governo guidato da Boris Johnson non potrebbe ignorare una sentenza che dichiari illecita la sospensione. I tribunali che stanno esaminando le mozioni sono quello di Londra, di Belfast e di Edimburgo. La Corte Scozzese ha però rigettato il primo ricorso contro la decisione del premier Boris Johnson. Il giudice scozzese Raymond Doherty ha infatti stabilito che il primo ministro è in possesso di tutti i poteri necessari per poter sospendere i lavori parlamentari, respingendo quindi l’argomentazione che abbia agito violando la Costituzione.

 

La mozione era stata presentata al tribunale scozzese da 75 parlamentari dell’opposizione, il cui rappresentante Aidan O’Neill ha spiegato che la decisione presa da Johnson e permessa dalla Regina necessitava di essere annullata perché motivata da ragioni politiche e che il Regno Unito «non è un’autocrazia in cui il sovrano non sbaglia mai». È molto probabile che gli stessi presenteranno un ricorso contro la decisione del giudice Doherty.

Parallelamente, l’opposizione parlamentare composta da Laburisti, Liberal-Democratici, Verdi e altri gruppi più piccoli hanno annunciato di voler tentare in Parlamento una votazione per bloccare la sospensione. Il tempo però gioca a loro sfavore: i lavori parlamentari riprenderanno infatti martedì 3 settembre e verranno nuovamente interrotti il 9 dello stesso mese.

(Credit Image: © Simone Kuhlmey/Pacific Press via ZUMA Wire)

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