L’accordo sul DSA passa anche per una risposta «più immediata» per i contenuti sulla guerra in Ucraina

C'è stato anche questo aspetto preso in considerazione dai negoziatori delle istituzioni europee che hanno trovato l'accordo questa notte

23/04/2022 di Gianmichele Laino

C’è stata anche la situazione dell’Ucraina al centro delle trattative che i negoziatori di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea hanno portato avanti per approvare il testo del disegno di legge sul Digital Services Act. Il pacchetto di norme, oltre ad aggiornare gli aspetti legati al corretto utilizzo delle piattaforme di e-commerce, ha il compito di offrire una regolamentazione sulla pubblicazione, sulle piattaforme che abbiano più di 45 milioni di utenti mensili, di contenuti che possono essere considerati illeciti e illegali. Ciò che è illegale offline, è stato il mantra di chi ha portato avanti le trattative sul DSA, deve essere illegale anche online. Per questo, un focus approfondito, nella nottata, è stato fatto anche sui contenuti relativi alla guerra in Ucraina. O meglio, a situazioni simili rispetto a quella della guerra in Ucraina.

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DSA e Ucraina, quali sono i punti che sono stati affrontati

Qualche indicazione in più, sicuramente, arriva da una dichiarazione di Arba Kokalari, eurodeputata moderata che è stata nel team dei negoziatori che, nelle 16 ore a cavallo tra le giornate del 22 e del 23 aprile, hanno trovato la convergenza sul testo del DSA. «Dopo 16 ore – ha spiegato -, abbiamo un accordo sul Digital Services Act. Abbiamo introdotto un’efficace rimozione dei contenuti illegali online, rafforzato i diritti degli utenti, protetto le PMI dalla burocrazia e reso il DSA più reattivo alle crisi e alle situazioni d’emergenza, seguendo quanto accaduto rispetto all’invasione russa dell’Ucraina».

Il Consiglio Europeo ha poi avuto modo di spiegare in cosa consiste il meccanismo d’azione per situazioni d’emergenza che possono essere paragonate a quanto si sta verificando in Ucraina: «Nel contesto dell’aggressione russa in Ucraina e delle particolari conseguenze sulla manipolazione delle informazioni online, è stato introdotto un nuovo articolo al fine di istituire un meccanismo di reazione in caso di crisi». In questo modo, dovrebbero essere previste delle sanzioni anche per tutte quelle piattaforme che, attraverso le loro regole di condivisione, permetteranno la diffusione di contenuti non veritieri, apertamente propagandistici e, in ogni caso, dannosi per la correttezza dell’informazione.

Il monitoraggio in casi di situazioni emergenziali e critiche

Si tratta di un monitoraggio molto più proattivo rispetto a quei contenuti che possano avere effetti negativi sui diritti fondamentali, che possano manipolare l’opinione pubblica e i processi democratici, che possano avere gravi effetti sulla salute fisica e mentale degli utenti. Alcuni contenuti legati all’informazione o alla disinformazione sulla guerra in Ucraina avevano esattamente queste caratteristiche ed è per questo motivo che, nell’accordo raggiunto nella notte, le istituzioni europee hanno fatto un passaggio specifico sulla stretta attualità, raccogliendo anche degli input che erano arrivati nei giorni scorsi in proposito.

Il testo base, su cui la trattativa è andata avanti, prevedeva già un ruolo importante e straordinario della Commissione per coordinare azioni relativi a «qualsiasi evento imprevedibile, come terremoti, uragani, pandemie e altre gravi minacce transfrontaliere alla salute pubblica, guerre e atti di terrorismo». In queste circostanze, infatti, le istituzioni europee chiedono alle piattaforme oggetto del DSA di attuare dei protocolli di crisi, limitati ovviamente alle situazioni in questione e alla loro evoluzione, affinché si possano «monitorare le informazioni che [le piattaforme] trasmettono o archiviano, e che si impedisca di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino contenuti illegali».

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