Douglas… Costa, ma come crossa! – L’editoriale di Alfredo Pedullà

Soldi ottimamente spesi e, quindi, benedetti. La Juve voleva fortissimamente Douglas Costa, la Juve sta memorizzando sempre più di aver fatto la scelta migliore. Perché Douglas… costa (anche con la minuscola, voce del verbo “costare”, visto che la valutazione è stata di 46 milioni), ma crossa come uno dei migliori specialisti in circolazione. Quando parte titolare è già un’iradiddio perché non concede riferimenti, accelera che sembra il primattore delle prove libere di un Moto GP; quando decide di essere altruista (spesso) spalanca autostrade per i compagni. Quando non entra, ma viene utilizzato come apriscatole in corso, il suo contributo è ancor più devastante. Insomma, decisivo.

Douglas Costa
Foto ANSA/ANDREA DI MARCO

Guardate quello che ha fatto contro la Samp. Eravamo quasi al tramonto del primo tempo, Giampaolo aveva preparato bene e apparecchiato per una figura dignitosa, la Juve non trovava varchi e faticava a collezionare palle-gol. Poi, la lampadina di casa Allegri come spesso accade: un’intuizione figlia del caso (l’infortunio a Pjanic), però magari un altro avrebbe messo un centrocampista. Invece no, Douglas. E Costa crossa senza perdersi in chiacchiere: al primo pallone ha scucchiaiato per Mandzukic che – tutto solo in area – non vedeva l’ora di impallinare Viviano. E sopratutto di avere qualche rifornimento che mancava come l’acqua nel deserto. Da quel momento in poi è stato il recital di Douglas, al punto che quasi quasi avrebbero dovuto far pagare un supplemento di biglietto al popolo dello Stadium.

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Nella ripresa il nostro amico aveva deciso di continuare a divertirsi e di organizzare un Evento. Quale? Il gol di Howedes, sorprendentemente titolare, occasione più unica che rara per pennellare un pallone che andava soltanto spinto. E la giocata del terzo gol – firmato Khedira – è la sintesi perfetta di questo ragazzo che sale su una moto decidendo di salutare la concorrenza: progressione, poi un esterno al bacio per smarcare il compagno, il tutto di una bellezza assoluta. Un altro, al suo posto, avrebbe optato per un cross banale che magari sarebbe stato preda dei difensori di Giampaolo. Il nostro amico no: dopo la sgommata, ci voleva una frenata con tanto di intuizione. Tre assist, uno più bello dell’altro.

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Certe cose non arrivano per caso, nel senso che la scorsa estate la Juve aveva deciso di prendere contemporaneamente due esterni offensivi, pur avendo già in organico Cuadrado e Mandzukic. Una scelta chiara, figlia del linguaggio di Max Allegri: con Bernardeschi e Douglas Costa in più nel motore avrebbe potuto alternare il 4-2-3-1 al 4-3-3 in base alle circostanze, agli avversari e alle necessità. Se inauguri una boutique di alta moda, nella via del centro più importante della città, devi avere la vetrina luminosa ma anche i ricambi necessari. Altrimenti dopo un po’ finisce la scorta e resti a secco. Fuori da questa metafora, possiamo dire che le intuizioni di Allegri, seguite al centimetro dalla società, hanno dato i risultati sperati. E hanno consentito le rotazioni con l’indispensabile qualità.

Douglas… costa, anzi è costato una tombola. Ma crossa, segna, assiste, illumina, spacca le partite e le decide in prima persona. La Juve si augurerà sempre di fare investimenti così, con la soddisfazione che soffoca immediatamente qualsiasi tipo di scrupolo. E se guida Douglas non c’è bisogno dello specchietto retrovisore: tanto, non lo prendono più.

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