Donald Trump parla e l’assemblea Onu ride di gusto
25/09/2018 di Gaia Mellone
Donald Trump è arrivato alla 73esima assemblea generale dell’Onu che si tiene a New York leggermente in ritardo e a metà del discorso del presidente dell’Ecuador Moreno Garces. Ha ringraziato Kim, ha discusso la linea dura che intende mantenere con l’Iran e la Cina e sopratutto ha fatto ridere di gusto tutta l’assemblea, senza volerlo.
Il discorso di Trump all’Onu, l’elogio di un’America più forte che mai
Ha aperto il suo intervento in ritardo sulla tabella di marcia, dicendo:«Un anno fa ero qui a dirvi cosa avremmo fatto, oggi sono qui davanti a voi per parlarvi degli straordinari progressi che l’America ha fatto». Il presidente degli Stati Uniti ha dipinto un’America in crescita, sempre più forte e ricca: sotto il suo mandato l’economia è cresciuta «come mai prima» e sono stati creati milioni di posti lavoro. Proprio durante il passaggio di apertura c’è stata l’unica interruzione del suo intervento durato 40 minuti. Parlando dei progressi degli Stati Uniti ha dichiarato:«Ho fatto piu’ di qualunque altro presidente nella storia». Una frase che ha scatenato l’ilarità dell’assemblea generale, che, dopo un primo momento di brusio, è scoppiata a ridere. Con una leggerezza inaspettata, Trump ha liquidato il tutto dicendo «Non mi attendevo questa reazione, ma ok…», e ha ripreso il suo intervento.
Il discorso di Trump all’Onu, «rispettate la nostra sovranità»
Come se fosse ancora in campagna elettorale, Trump ha ribadito il mantra dell’America First più volte. «L’America è governata dagli americani. Respingiamo l’ideologia del globalismo e sposiamo la dottrina del patriottismo» ha detto il presidente. Ha poi continuato l’autocelebrazione dei valori fondanti degli Stati Uniti dicendo che «l’America sceglierà sempre l’indipendenza e la cooperazione piuttosto che il controllo e la dominazione». «Riteniamo che le nazioni, quando rispettano i diritti dei loro vicini e difendono gli interessi del proprio popolo, possono collaborare in maniera migliore per garantire sicurezza, prosperità e pace» ha continuato, sottolineando che «ogni Paese presente in questa Assemblea deve potere gestire le migrazioni secondo le proprie politiche e i propri interessi, e gli Stati Uniti vogliono fare lo stesso». Il riferimento è all’immigrazione illegale che «alimenta criminalità, violenza e povertà» e «finanzia reti illegali, bande criminali e sostiene il flusso di droga».
Il discorso di Trump all’Onu, Possibili aperture con l’Iran e buoni propositi con la Corea del Nord
Dal podio dell’Assemblea generale dell’Onu Donald Trump annuncia che gli Stati Uniti«sono pronti a imporre nuove sanzioni» contro l’Iran, che però «deve rimanere isolato fino a che continuerà a sostenere il terrorismo e finché le sue aggressioni continueranno». I leader iraniani continuano a «a seminare caos, morte e distruzione» ha proseguito Trump, per poi attaccare il programma nucleare da cui si è ritirato entrando in forte polemica con l’Europa. Ci sono però dei margini di trattativa. Lo aveva annunciato prima di entrare all’assemblea e lo ha ribadito dal podio: con Teheran saranno possibili «grandi relazioni» a patto però che « cambi atteggiamento». The Donald ha poi elogiato e ringraziato Kim Jong-Un per i passi avanti verso la denuclearizzazione della penisola:«Missili e razzi non volano più in tutte le direzioni, i test nucleari sono finiti e alcune strutture militari sono già state smantellate» ha detto Trump, aggiungendo però che le sanzioni rimarranno in piedi fino a quando il processo non sarà completato. Parole molto diverse da quelle pronunciate lo scorso anno quando aveva definito il leader coreano «piccolo uomo razzo».
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Il discorso di Trump all’Onu, Siria e Cina restano punti dolenti
Donald Trump ha anche parlato dell’impegno statunitense in Siria. «Continueremo a combattere per risolvere la situazione, che mi spezza il cuore» ha dichiarato chiedendo poi direttamente alle Nazioni unite «di guidare e rinvigorire il processo di pace» per arrivare a una soluzione politica, assicurando però che «gli Stati Uniti risponderanno se verranno usate armi chimiche dal regime di Assad». Trump non si è risparmiato neanche sul tema dei rapporti con la Cina. Washington e Pechino infatti continuano a rimbalzarsi dazi contro dazi, un atteggiamento che deve finire: «Non ci si potrà più prendere gioco degli Stati Uniti, non permetteremo più questi abusi – ha dichiarato – Rispetto Xi Jin-ping ma lo squilibrio commerciale con la Cina non sarà più tollerato». Timido applauso di conclusione, e Trump si allontana, forse meno entusiasta di quando è arrivato.
(Credit Immagine: © Wang Ying/Xinhua via ZUMA Wire)