Il ruolo dei social e la dimensione pubblica della fuga di documenti dell’intelligence Usa

Questi documenti sono online da diverso tempo, ma la stampa (e l'intelligence stessa) sembrano essersene accorte soltanto ora

11/04/2023 di Gianmichele Laino

C’è una circostanza che ha sorpreso più di altre nella vicenda dei dati dell’intelligence americana che sono comparsi sui social network e che rappresentato una fonte documentale estremamente importante e riservata sulla situazione in Ucraina, così come in altri scenari geopolitici. Questa circostanza è stata determinata dal lunghissimo tempo trascorso dalla prima apparizione di questi documenti sui social network e la reazione, avvenuta soltanto negli ultimi giorni, della stampa internazionale e delle stesse istituzioni americane. In un mondo iperconnesso, la domanda che dobbiamo porci è la seguente: per quanto tempo un documento può resistere online senza che questo venga notato? Che si tratti di un video dai contenuti intimi, che si tratti di un file contenente un sacco di password o dati personali o che si tratti di un documento classificato come altamente riservato, questa “latenza” che c’è tra la pubblicazione e la sua dimensione pubblica (quella, per intenderci, di fronte all’opinione pubblica) è un dato su cui dobbiamo riflettere. Per prima cosa, però, parliamo della notizia.

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Documenti intelligence Usa, la ricostruzione del leak

Stiamo parlando di circa un centinaio di pagine di documenti che contengono informazioni preziose sul ruolo degli Usa e degli alleati occidentali nel conflitto in Ucraina. Gli Stati Uniti, ad esempio, si mostrano sinceramente preoccupati – all’interno di questi documenti – sulle capacità difensive aeree dell’Ucraina stessa, ma anche sullo stato reale dell’assedio della cittadina di Bakhmut (uno dei centri contesi, su cui si stanno concentrando gli sforzi bellici dell’ultima parte della guerra), sulle condizioni dell’esercito ucraino e dei suoi armamenti (comprese alcune vulnerabilità). Da questi documenti sarebbe emerso anche un episodio piuttosto delicato: un caccia britannico sarebbe stato molto vicino a essere abbattuto in Crimea, una circostanza che – se si fosse verificata – avrebbe fatto scattare l’articolo 5 della Nato, con l’intervento militare esplicito e diretto delle forze dell’alleanza, in difesa di un danno subito da uno dei Paesi membri. Non ci sono soltanto informazioni sull’Ucraina, ovviamente, ma ci sono anche altri documenti che parlano di scenari geopolitici diversi, come valutazioni Usa su situazioni interne a Paesi terzi, come la Corea del Sud e Israele. Questi documenti non sono posticci (anche se presentano, comunque, alcune evidenti incongruenze e manomissioni), ma sono reali: è stato lo stesso Dipartimento della difesa Usa a riconoscerne il valore.

Tuttavia, secondo alcune ricostruzioni, questi documenti circolavano sui social network (in modo particolare su Discord) probabilmente già all’inizio di gennaio (almeno, alcuni di questi documenti). Questa datazione della pubblicazione della documentazione è soltanto una ipotesi, mentre è certo che la maggior parte di questi files fossero già stati pubblicati a inizio marzo, oltre un mese fa. Oggi, i documenti sono diventati di pubblico dominio soprattutto in seguito alla divulgazione su Telegram e su Twitter, due social network più “popolari” rispetto a Discord e – soprattutto – con un meccanismo di funzionamento molto diverso.

La sorpresa, come si accennava all’inizio, sta proprio nella capacità di un ecosistema come quello di Discord di “tutelare” la circolazione di materiali, anche dopo la loro pubblicazione. Il fatto che il social network funzioni per “aree tematiche” e che queste, il più delle volte, siano esplorate da una nicchia ristretta di utenti, sicuramente tende a proteggere maggiormente la diffusione di queste fonti. Il ragionamento, tuttavia, apre un dibattito: se le piattaforme, che hanno una capacità di archiviazione molto grande e che possono dare accesso a tutto ciò che viene archiviato potenzialmente a chiunque, allora queste ultime potrebbero davvero essere utilizzate per custodire informazioni di qualsiasi natura, senza che i diretti interessati possano accorgersene. Una possibilità nuova di utilizzo dei social network, una possibilità nuova per la trasmissione di grandi quantitativi di dati: è come se si usasse un’autostrada pubblica per trasportare grandi quantitativi di merce illegali nel bagagliaio di una macchina. Questo episodio, che rischia di far saltare il banco sulla narrazione ufficiale (e quella invece rappresentata al mondo dei media e della stampa), dimostra che – mai come in passato – circostanze di questo genere possano verificarsi.

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