L’intelligence Usa invita a non usare prodotti Huawei: «C’è un rischio spionaggio»

Le principali agenzie di intelligence Usa invitano gli americani a non utilizzare smartphone cinesi prodotti da Huawei o Zte. I più alti funzionari di Cia, Nsa, Fbi e della Defense Intelligence Agency hanno espresso la loro preoccupazione martedì scorso di fronte al Senate Intelligence Committee, organismo parlamentare che sovraintende alle attività di intelligence e ai programmi di agenzie e uffici del governo federale. Secondo gli 007 degli Stati Uniti dunque le aziende cinesi rappresentano una minaccia per la sicurezza dei clienti americani.

Intelligence Usa contro i prodotti Huawei e Zte: rischio spionaggio

Il direttore dell’Fbi Chris Wray ha spiegato che è un problema per le aziende e le amministrazioni locali utilizzare i prodotti o servizi di Huawei o ZTE. C’è il rischio, ha sostenuto, di lasciare che qualsiasi azienda «si ritenga dipendente da governi stranieri» all’interno dell’infrastruttura di telecomunicazioni del Paese». Huawei è il secondo produttore di smartphone al mondo, ed è leader globale nella produzione e commercializzazione di apparecchiature per le telecomunicazioni, e la fornitura di servizi di rete personalizzati per gli operatori. In passato il governo Usa ha già bloccato la vendita delle sue tecnologie ad alcune agenzie federali. Wray ha evidenziato il rischio che le aziende straniere rubino maliziosamente le informazioni, di uno spionaggio non rilevato.

I timori degli Stati Uniti provengono da lontano. Huawei, azienda che ha vissuto una crescita esponenziale in tutto il mondo negli ultimi anni (i suoi smartphone superano i dispositivi Apple in aree come l’Europa centrale e orientale), non ha compiuto passi da gigante nel mercato statunitense in gran parte proprio a causa delle preoccupazioni del governo che le autorità cinesi possano utilizzare i suoi smartphone e altri prodotti per la raccolta di informazioni.  Nel 2012, il Congresso americano pubblicò un rapporto in cui si spiegava che era opportuno guardare con sospetto alle due società cinesi. Un’accusa che Huawei definì «priva di fondamento».

La replica: nessun pericolo, collaboriamo con operatori e non forniamo dati su utenti

L’azienda oggi Huawei dice di «monitorare gli sviluppi» del lavoro del Congresso, ma si rifiuta di commentare direttamente l’audizione dell’intelligence. La società evidenzia la sua forte posizione in molti mercati al di fuori degli Usa. «Abbiamo la fiducia gi utenti e governi in 170 paesi e non creiamo rischi relativi alla cybersecurity più elevati rispetto ad altri fornitori». La compagnia insiste sul fatto che non è mai stato chiesto un accesso alla sua tecnologia, sostenendo che non è stato mai stato chiesto di fornire «dati o informazioni su alcun cittadino o organizzazione a un governo o agenzie governative». «Come società quotata in borsa, ci impegniamo – fa sapere invece Zte – a rispettare tutte le leggi e le normative vigenti negli Stati Uniti, a collaborare con gli operatori per il rispetto dei rigidi protocolli di test e ad attenerci ai più elevati standard di business».

Ma le rassicurazioni non bastano. La scorsa settimana il senatore  repubblicano dell’Arkansas Tom Cotton ha presentato addirittura una proposta di legge per vietare al governo di contrattare con società che utilizzano prodotti Huawei o Zte.

(Foto Zumapress da archivio Ansa. Credit: Shan Yuqi / Xinhua via ZUMA Wire)

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