M5S e Lega mettono un condono edilizio sui beni culturali. A rischio i centri storici delle città

03/04/2019 di Enzo Boldi

L’ultima volta si era giocato sull’ironia, facendo quasi decadere il peccato originale, e si era data la colpa alla famosa ‘manina’. Adesso, invece, a chi sarà affibbiata la responsabilità di questo nuovo condono? Nel testo del dl Crescita, firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ci sono almeno due articoli (il 4 e il 23) destinati a far discutere e su cui andrebbe aperta una profonda riflessione tra ciò che viene detto all’elettore e ciò che, in realtà, viene licenziato nei testi ufficiali del governo. A svelare questo doppio-gioco è il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che lancia dure accuse alla maggioranza: «Neanche Berlusconi era arrivato a tanto»

«Con l‘art.26 del Dl Crescita (dal titolo ‘Semplificazioni in materia di edilizia privata’, ndr) – spiega Bonelli a Giornalettismo – si consente  l’autorizzazione edilizia con il silenzio assenso per gli interventi sugli immobili storici, comprese le demolizioni e ricostruzioni anche con aumenti di volume. L’aspetto sconcertante è che questa norma potrà essere applicata solo per gli anni 2019-2020 ed è chiaro che serve a qualcuno e a qualcosa». Una norma mirata ad hoc e riservata a un determinato soggetto (singolo o azienda), dunque.

Bonelli (Verdi): «Nel dl Crescita c’è un condono sui beni culturali»

Angelo Bonelli non si sofferma solamente su quanto scritto nel dl Crescita – e firmato dal presidente del Consiglio – ma va a scavare alla ricerca delle risposte ai vari dubbi che emergono leggendo l’articolo 26. «Questa norma-condono potrebbe avere vari sbocchi e potrebbe essere applicata a molti casi – ci ha detto il coordinatore nazionale dei Verdi -, come, per esempio per i villini storici del famoso quartiere Coppedè a Roma. Alcune sono già state demolite, mentre altre, seguendo quanto indicato nel dl Crescita, potrebbero esser abbattute e ricostruite. Altro che le ruspe di Salvini».
La capitale è presa da esempio come città base su cui argomentare tutto il discorso, ma il tutto – qualora il Parlamento approvasse così com’è l’articolo 26 del dl Crescita –  avrebbe un clamoroso e drammatico riverbero su tutta l’Italia. «Un altro esempio sonoi cambi di destinazioni d’uso nei centri storici per realizzare centri commerciali o altro non sarebbero più un problema e questo velocizzerebbe la vendita del patrimonio immobiliare dello stato, come previsto dal comma 431 della legge di bilancio 2019 – prosegue Bonelli -, facendo un grande regalo ai fondi immobiliari e finanziari».

Il caso Ischia e il condono sui beni coperti da vincolo

Uno degli emblemi dei condoni edilizi è il caso Ischia dove molti immobili sono coperti da vincoli dei beni culturali, ma con l’approvazione di questa norma si genererebbero tanti cavilli che porteranno a rilasciare le pratiche di sanatoria, anche seguendo il principio di ‘silenzio-assenso’ che è alla base di tutte le problematiche attorno a questa norma. «Il meccanismo legislativo previsto dalla norma – spiega Angelo Bonelli – è di fatto un condono mascherato su interventi edilizi già realizzati, ma non autorizzati, su immobili vincolati, perché è sufficiente mandare una lettera alla soprintendenza, che come è noto non ha organici per esercitare appieno le sue funzioni, decorso il temine tutto diventa autorizzato».

L’articolo 4, la deroga sui vincoli ambientali e il caso Tav

L’altro tema caldo e preoccupante è contenuto in un altro articolo del dl Crescita. «L’art.4 che per la realizzazione delle opere pubbliche nel nostro paese si possa andare in deroga dei vincoli ambientali e paesaggistici: a me tutto ciò provoca solo disgusto come mi lascia sconcertato il silenzio di quei ministri come Costa e Bonisoli che dovrebbero difendere l’ambiente e i beni culturali dell’Italia». Una questione che riporta in mente il tema Tav, con il Movimento 5 Stelle che ha sempre parlato di ambiente e vincoli paesaggistici che sarebbero deturpati dalla realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione. E sono gli stessi politici che si apprestano a votare questa norma
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