La campagna dei giornalisti del Foglio contro le divise militari di Salvini
24/12/2018 di Gianmichele Laino
Ci sono cose che all’apparenza sono innocue, ma che – se lette in profondità – fanno venire i brividi. Ci stiamo abituando al fatto che Matteo Salvini indossi degli indumenti delle forze dell’ordine. Giacche dei carabinieri o della polizia, cappelli con i distintivi, impermeabili, giubbe catarifrangenti, una serie di altri gadget tutti rigorosaemente brandizzati. Il ministro dell’Interno indossa qualcosa di molto simile alle divise.
Divise Salvini, cosa significa
L’altro giorno, nel pieno della discussione sulla manovra, un trafiletto del Corriere della Sera riportava anche un siparietto legato allo stesso Salvini che si era appena recato in Senato. Il ministro dell’Interno si è presentato con un giubbotto della polizia. Qualcuno gli ha fatto notare che, così vestito, non sarebbe potuto entrare in Aula. Salvini, allora, ha aperto la zip e ha mostrato la giacca, dicendo che era passato da casa appositamente per procurarsela.
L’impatto che avrebbe avuto un ministro in Aula, seduto ai tavoli della presidenza, con un paramento militare addosso sarebbe stato fortissimo dal punto di vista mediatico e sarebbe rimbalzato senz’altro sui media nazionali. Al momento, dunque, Salvini si è limitato a indossare le divise militari soltanto nel corso delle sue dirette Facebook, quando si è recato su luoghi di tragedie (dal ponte Morandi, passando per la discoteca di Corinaldo), nelle immagini della sua propaganda sui social network.
La campagna del Foglio sulle divise Salvini
Da qualche giorno, tuttavia, i giornalisti de Il Foglio stanno portando avanti una battaglia per attirare l’attenzione su quello che non può essere etichettato come un semplice vezzo. Questa mattina, il direttore Claudio Cerasa ha citato l’articolo 498 del Codice Penale che recita «chiunque abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, o di un corpo politico, amministrativo o giudiziario, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 154 a euro 929». Gli ha fatto eco David Allegranti.
Le divise militari, in effetti, non hanno un bel legame con chi riveste una carica pubblica. Certo, Salvini risponderebbe con la solita retorica della vicinanza alle forze dell’ordine, del riconoscimento al loro quotidiano sacrificio, eccetera, eccetera. Tutte cose, infatti, che possono benissimo essere espresse anche senza indossare quotidianamente – al posto delle felpe – i simboli delle stesse forze dell’ordine.
La sensazione è che Matteo Salvini voglia proporsi anche nell’iconografia come «ministro poliziotto», autorità, forza dell’ordine anche nel suo modo di vestirsi. I colonnelli, in altri Paesi, hanno fatto colpi di Stato. Ma non possiamo pensare che Salvini voglia arrivare a tanto. E se indossare le divise non è dunque un modo per spaventare l’opinione pubblica, non lo diventi per sminuire le forze dell’ordine che le indossano ogni giorno per ben altri motivi rispetto alle dirette Facebook e alle foto-spot.
FOTO da account TWITTER MATTEO SALVINI