La marcia indietro della Lombardia sull’ordinanza che aveva vietato le macchinette del caffè a causa del coronavirus

Nell’ordinanza della Regione Lombardia del 4 aprile non c’era soltanto l’ormai celebre obbligo di indossare la mascherina o, in sua assenza, un foulard e una sciarpa. Nel documento si vietava anche l’utilizzo delle macchinette del caffè nei distributori automatici. Una misura che, probabilmente, trovava la sua giustificazione all’interno di quel pacchetto complessivo di norme che puntano a vietare gli assembramenti. «È vietato – si leggeva nell’ordinanza del 4 aprile – il commercio effettuato per mezzo di distributori automatici, fatti salvi i distributori automatici di acqua potabile (c.d. Case dell’acqua) e quelli di latte sfuso, l’accesso ai quali deve avvenire nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro».

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Divieto macchinette caffè, l’ordinanza del 4 aprile

 

divieto macchinette caffè

La norma contenuta nell’ordinanza si prestava a diverse interpretazioni. Come, ad esempio, il fatto che potesse esserci un divieto anche per i distributori automatici all’interno di fabbriche e uffici ancora aperti in virtù del loro ruolo essenziale e strategico per l’economia del Paese. Nella giornata di ieri, tuttavia, l’intervento della giunta regionale ha sanato questo qui pro quo, chiarendo nello specifico a quali distributori automatici si faceva riferimento nell’ordinanza del 4 aprile.

Divieto macchinette caffè, la marcia indietro della Lombardia

«Sono esclusi dal divieto di cui alla lettera b) del punto 1.2 dell’art. 1 – si legge nell’ordinanza numero 522, con modifiche e integrazioni alla precedente – i distributori automatici presenti all’interno degli uffici, delle attività e dei servizi che in base ai provvedimenti statali possono continuare a restare in funzione, nel rispetto del distanziamento sociale; sono altresì esclusi dal predetto divieto i distributori automatici, ovunque collocati, dei generi di monopolio e dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici».

macchinette del caffè

Già, perché l’ordinanza del 4 aprile metteva in dubbio anche la possibilità di vendita di alcuni farmaci e parafarmaci all’interno dei distributori automatici che sono collocati di fronte alle farmacie. In questo periodo, per i farmaci e i parafarmaci che non hanno bisogno di prescrizione medica, i distributori automatici rappresentano addirittura un beneficio per evitare l’accesso all’interno delle farmacie.

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