Disfatta dem: Calenda, appena entrato nel Pd, vuole già superarlo
25/06/2018 di Gianmichele Laino
C’è aria di resa dei conti in casa Pd. Carlo Calenda – ex ministro dello Sviluppo Economico – si è tesserato con i dem all’indomani della sconfitta elettorale del 4 marzo. Il partito aspettava questa tornata delle amministrative per riprendersi dalla batosta elettorale, ma la sconfitta nei ballottaggi in alcune città significative come Pisa, Massa, Siena e Imola non ha fatto altro che riaprire la ferita di una stagione politica che sembra già al tramonto.
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Disfatta PD, Carlo Calenda pensa sia necessario un suo superamento
Così Carlo Calenda, appena tesserato nel PD, non vede l’ora di superarlo. Oggi, commentando i deludenti risultati delle elezioni amministrative, ha affermato: «Navigazione a vista sta portando il centro sinistra all’irrilevanza proprio quando l’Italia ne avrebbe più bisogno. Ripensare tutto: linguaggio, idee, persone, organizzazione. Allargare e coinvolgere su un nuovo manifesto. Andare oltre il Pd. Subito! #fronterepubblicano». È stato questo il tweet con cui l’ex ministro dello Sviluppo Economico ha lanciato la sua picconata al partito.
Navigazione a vista sta portando il centro sinistra all’irrilevanza proprio quando l’Italia ne avrebbe più bisogno. Ripensare tutto: linguaggio, idee, persone, organizzazione. Allargare e coinvolgere su una nuovo manifesto. Andare oltre @pdnetwork. Subito! #fronterepubblicano
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 25 giugno 2018
Disfatta PD, Maurizio Martina frena sulla novità
Gli fa eco, però, un Maurizio Martina affatto d’accordo con la sua interpretazione. Il segretario reggente del Partito Democratico, infatti, è intervenuto nel corso della trasmissione Circo Massimo condotta da Massimo Giannini. «Sono d’accordo – ha affermato – sul ripensamento complessivo, abbiamo tanto da cambiare nei linguaggi e nelle idee ma non sono d’accordo sul superamento del Pd. Credo nella ricostruzione di un campo progressista, democratico di centrosinistra con un Partito democratico rinnovato al centro».
Insomma, si continua a dire che il Partito Democratico deve cambiare strada, ma non si capisce ancora quale sia la svolta che deve intraprendere. Le divisioni, dunque, aumentano: l’ombra di Matteo Renzi è ancora lunghissima (a proposito, un sondaggio avrebbe stoppato l’intenzione dell’ex presidente del Consiglio di fondare un nuovo partito, dato al 4%) e nel Partito Democratico c’è tanta confusione. Le sconfitte non aiutano e aumentano le divisioni. Che sia giunto davvero il momento del capolinea?
(FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)