La normativa europea di riferimento: differenze tra la Direttiva copyright e il Regolamento dell’AGCOM

Categorie: Mass Media
Tag:

I Paesi europei devono recepire la Direttiva copyright: l'Italia lo ha fatto ma ha introdotto alcune modifiche alla normativa di riferimento

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato nella riunione di ieri il Regolamento in materia di equo compenso per le pubblicazioni giornalistiche in rete, in attuazione dell’art. 43-bis della legge sul diritto d’autore.



LEGGI ANCHE > Ma l’Agcom (e l’Ordine dei Giornalisti) non hanno nulla da dire su Twitter classificata come app di news?

Cosa stabilisce la Direttiva europea sul copyright?

L’art. 43-bis è stato introdotto con il decreto legislativo n. 177/2021, in vigore dal 12 dicembre 2021, e recepisce nell’ordinamento italiano l’art. 15 della Direttiva 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, nota anche come Direttiva copyright. L’art. 15 della Direttiva copyright tutela le pubblicazioni giornalistiche in caso di utilizzo online, per esempio da parte degli aggregatori automatici di notizie come Google News, e stabilisce che debba esserci un’equa distribuzione del compenso tra gli editori, titolari dei diritti della pubblicazione di carattere giornalistico, e le piattaforme online che veicolano questi contenuti. L’obiettivo è proprio di colmare lo squilibrio di ricavi tra le piattaforme online e i titolari dei diritti sulle pubblicazioni giornalistiche.



La Francia è stato il primo Paese a recepire, a luglio del 2019, la Direttiva copyright. Qui gli editori e le agenzie di stampa hanno iniziato ad accordarsi con le società che gestiscono aggregatori automatici di notizie, ma non solo: dopo un lungo contenzioso si è giunti a un accordo con Google e anche Facebook ha stipulato un accordo con l’Aliance de la presse d’information (APIG) che consente ai membri dell’APIG di firmare licenze individuali con Facebook. La Francia è tra i Paesi che hanno recepito la Direttiva senza apportare modifiche. Altri Paesi, tra cui la Germania, hanno invece introdotto alcune modifiche che tutelano i diritti degli utenti evitando che alcuni contenuti vengano nascosti dai gestori di aggregatori automatici di notizie pur di non violare la legge sul copyright, per esempio. L’Italia è, insieme alla Spagna, uno di quei Paesi che mira in primo luogo a tutelare i diritti degli editori.

Cosa prevede il Regolamento dell’AGCOM?

Il regolamento dell’AGCOM ha l’obiettivo di «incentivare accordi tra editori e prestatori di servizi della società dell’informazione, ivi incluse le imprese di media monitoring e rassegne stampa ispirandosi alle pratiche commerciali e ai modelli di business adottati dal mercato». Secondo l’art. 43 bis, le parti devono trovare un accordo sull’ammontare del compenso «entro 30 giorni dalla richiesta di avvio del negoziato», in caso contrario ognuna può rivolgersi all’Autorità per chiedere la determinazione dell’equo compenso. In questo caso l’Autorità indica, sulla base dei criteri stabiliti nel regolamento, quale delle proposte economiche formulate è conforme ai criteri oppure indica d’ufficio l’ammontare dell’equo compenso.



La legge di trasposizione italiana sembra ricalcare più il News Media and Digital Platforms Mandatory Bargaining Code australiano, che obbliga le società che gestiscono le piattaforme digitali a stipulare appositi accordi economici con gli editori per ottenere l’autorizzazione alla pubblicazione dei contenuti di carattere giornalistico. Gli editori di pubblicazioni di carattere giornalistico infatti sono riconosciuti come i titolari esclusivi dei diritti di riproduzione dei contenuti che hanno pubblicato e per questo è stato previsto l’obbligo per le società che vogliono utilizzare questi contenuti di corrispondere un equo compenso agli editori. Quello che rende unico il modo in cui l’Italia ha recepito la direttiva è che sono stati stabiliti dei criteri molto precisi per stabilire l’ammontare dell’equo compenso e le tempistiche per concludere gli accordi tra le parti e che il compito di stabilire questi criteri è stato affidato a un’Autorità indipendente, l’AGCOM appunto, mentre in altri Paesi europei sono gli editori a dover raggiungere gli accordi con le società in modo autonomo.