La diretta Facebook di Giorgia Meloni da un luogo che un tempo era sacro

La Camera dei Deputati era il tempio della democrazia

04/12/2020 di Gianmichele Laino

La Camera dei Deputati era un luogo all’interno del quale si poteva assistere a dibattiti di alta retorica: il tutto documentato da resoconti stenografici prima e da oggettive dirette televisive poi. Oggettive perché, in seguito a un’ampia e vasta disciplina di quello che si può fare o non si può fare a Montecitorio, si è arrivati a una norma che – nel 2016 – ha stabilito che le immagini che devono essere riprese sono soltanto quelle degli interventi dei parlamentari e dei banchi della presidenza, che non ci devono essere immagini della sospensione della seduta né di altri momenti non direttamente legati ai lavori dei parlamentari. Invece, nella serata di ieri, abbiamo assistito a una diretta Facebook di Giorgia Meloni dall’emiciclo, con l’inquadratura meno oggettiva che si possa conoscere, ovvero quella tipica del selfie.

LEGGI ANCHE > La sceneggiata alla Camera di Giorgia Meloni mentre Conte è in conferenza stampa

Diretta Facebook di Giorgia Meloni dai banchi della Camera

Che Giorgia Meloni fosse particolarmente nervosa, lo si era visto già qualche minuto prima: dai banchi del suo gruppo parlamentare, aveva ampiamente gesticolato e parlato a voce alta, in uno dei momenti di massima confusione – da diverso tempo a questa parte – a cui l’aula di Montecitorio ha dovuto assistere (una confusione che ha causato assembramenti e la successiva sanificazione dei locali).

Ma poi, è successo qualcosa di più: Giorgia Meloni ha preso il proprio smartphone e ha avviato una sua diretta di sei minuti all’interno dell’emiciclo. Senza possibilità di essere “moderata” da un presidente, utilizzando espressioni al limite, manifestando evidente violenza verbale. Inquadrando, tra l’altro, quello che stava succedendo alle proprie spalle.

Diretta Facebook di Giorgia Meloni e la Camera che diventa solo uno sfondo per il cellulare

Quand’è che abbiamo permesso, dunque, che la Camera dei Deputati – luogo dove sono stati eletti presidenti della Repubblica, dove si sono discusse riforme costituzionali, dove sono state votate le leggi che regolano la nostra quotidianità – potesse diventare la scenografia delle dirette Facebook dei politici? È possibile, nell’epoca dei social network, violare in questo modo la sacralità dei luoghi? Chi poteva, nell’uso che la Meloni stava facendo della Camera dei Deputati, moderare il suo intervento? Il team di controllo di Facebook o di Twitter?

Tra l’altro, la diretta di Giorgia Meloni ha scatenato più di qualche ironia tra gli scranni di Montecitorio: diversi deputati – anche di schieramenti opposti – si sono concentrati sulla sua performance, riprendendo la Meloni mentre stava facendo una diretta. Una «metadiretta», come l’ha definita la deputata del Pd Giuditta Pini che ha documentato – sul suo account Instagram – quello che Giorgia Meloni stava facendo. E alla fine della diretta della leader di Fratelli d’Italia pare sia scattato anche un applauso ironico che ha fatto arrabbiare – e non poco – gli esponenti del partito di minoranza.

Le istituzioni sono una cosa, i social network sono tutt’altro. Non si possono sovrapporre le due cose come è stato fatto in questo caso: agli occhi dell’utente medio, la diretta di Giorgia Meloni dalla Camera avrà la stessa valenza di un suo intervento verbalizzato dai pianisti e ascoltato dall’assemblea degli eletti. Ma per gli atti ufficiali non sarà così: non resterà traccia in alcun archivio di quelle parole che la leader di Fratelli d’Italia ha utilizzato. E la Camera avrà fatto solo da sfondo a un ennesimo monologo che, in linea teorica, poteva essere mandato in diretta anche dal soggiorno della sua abitazione privata.

Share this article