L’operaio licenziato dall’ex Ilva per un post FB sulla fiction della Ferilli va reintegrato perché «il fatto non sussiste»

Quel post Facebook non può in alcun modo essere la ragione del licenziamento del dipendente, che ora dovrà essere reintegrato e risarcito

26/07/2021 di Ilaria Roncone

Riccardo Cristello, il dipendente licenziato per post Facebook, ha impugnato il provvedimento dell’ex Ilva e ha vinto. Quell’azienda che l’aveva accusato di aver denigrato il suo nome con un post Facebook ora è costretta, dopo la sentenza sul caso, a reintegrare il dipendente licenziato e a risarcire «il danno mediante il pagamento in favore del dipendente di un’indennità pari alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello della effettiva reintegrazione, oltre rivalutazione e interessi, nei limiti di legge».

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Il dipendente licenziato per post Facebook reintegrato dall’ex Ilva

Quel post condiviso sulla fiction con Sabrina Ferilli, Svegliati amore mio, non è ragione valida per licenziare un dipendente. Il giudice ha sentenziato che «il licenziamento impugnato è da annullare per insussistenza del fatto contestato». La tesi delle Acciaierie D’Italia spa (ex Ilva ed ex ArcelorMittal Italia), sulla quale si è basato il provvedimento, non tiene perché «non vi è modo di ritenere che i riferimenti allo stabilimento siderurgico di Taranto presenti nel post, permangano nel presente e si proiettino verso il futuro, sì da interessare anche la Acciaierie D’Italia spa».

Il fatto non sussiste, quindi, poiché – come sostiene il legale del dipendente reintegrato – «nel post contestato non vi è alcun riferimento alla attuale gestione del siderurgico e cioè ad ArcelorMittal Italia, che è la società che ha effettuato il licenziamento di Cristello». Il punto è che il post fa, uno, riferimento a fatti che accadono in un luogo non meglio identificati, senza riferimenti diretti a Taranto; due, i fatti risalgono al 2002, molto prima rispetto all’arrivo di ArcelorMittal Italia alla guida dell’impianto siderurgico.

Nulla di tutto quello che è narrato nella fiction può essere ricondotto all’attuale gestione della fabbrica, quindi un post Facebook su uno sceneggiato non può essere causa di un provvedimento tanto grave e netto. «Aspettavo questa notizia da quattro mesi. Bella per me e per la mia famiglia, e per tutti coloro che ancora credono nella giustizia», ha detto Cristello, che si lascia alle spalle questa brutta storia riavendo indietro il suo lavoro dopo aver ricevuto solidarietà da moltissime persone, compresi autori e attori della fiction.

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