Le dimissioni del governo del Libano dopo l’esplosione di Beirut

Dopo le proteste della popolazione, la decisione dell'esecutivo

10/08/2020 di Redazione

Prima l’esplosione del deposito al porto di Beirut, poi l’aggiornamento del bilancio delle vittime (salito a 220 unità), poi la ricerca dei dispersi che è stata interrotta. E, da qualche giorno, le proteste in piazza per la rabbia legata alla gestione di uno dei più gravi episodi della storia recente del Libano. Inevitabile per il governo di Hassan Diab arrivare alle dimissioni.

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Dimissioni Libano, la scelta di Hassan Diab

Una decisione che appariva già scontata prima del fine settimana, anticipata dal ministro dell’Informazione Manal Abdul Samad e resa inevitabile dall’abbandono della squadra dell’esecutivo da parte di diversi ministri. Ora, Hassan Diab – sul quale pesa molto la responsabilità di quanto accaduto, la mancanza di chiarezza per le dinamiche dell’esplosione, la rabbia dei cittadini che hanno visto morire oltre 200 persone nella capitale del Libano, in pieno centro – non ha altra scelta che recarsi presso il presidente libanese Michel Aoun per rassegnare le dimissioni e rimettere nelle mani del capo dello stato il suo mandato.

Il messaggio con cui le dimissioni sono state annunciate recava comunque un segnale di speranza, affermando che la classe politica del Libano continuerà a combattere accanto ai cittadini per restituire la verità rispetto a quanto accaduto martedì 4 agosto. Ma il popolo non è soddisfatto: le violente proteste di questi giorni mirano alla destituzione e all’azzeramento di tutta la classe dirigente libanese, incapace di assicurare la sicurezza del Paese.

E gli scontri continuano, anche dopo l’annuncio di Hassan Diab alla televisione di stato.

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