Quanto conta la digitalizzazione nel programma del Terzo Polo

Un'analisi quantitativa e qualitativa degli obiettivi che il tandem Calenda-Renzi promette di raggiungere in caso di vittoria elettorale

16/09/2022 di Enzo Boldi

Non ha un vero titolo, anche se lo slogan politico di riferimento (quello che compare a corredo di post social e manifesti elettorali sparsi per le varie città) è «Italia, sul serio». Nel mare magnum dei documenti programmatici presentati da tutti i partiti, le alleanze e le coalizioni, proviamo a proseguire la nostra serie di approfondimenti andando a valutare (quantitativamente e qualitativamente) il “peso” della digitalizzazione nel programma presentato dal Terzo Polo, nato dall’unione di Azione (di Carlo Calenda) e Italia Viva (di Matteo Renzi).

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Il documento in formato slide-pdf presentato dal Terzo Polo è costituito da 68 pagine (in realtà, togliendo la copertina, premesse e indice scendiamo a quota 62, mentre quello depositato al Ministero dell’Interno consta di 52 pagine). E il termine “digitale” (declinato in tutte le sue sfaccettature) compare 41 volte. Questo a livello meramente quantitativo, perché qualitativamente questa cifra scende a 21 (non considerando titoli e ripetizioni varie). Sta di fatto che la digitalizzazione programma Terzo Polo compare in diverse vesti: dalla sanità all’agricoltura, passando – ovviamente – per la sanità, l’ambiente, i giovani, il welfare e la pubblica amministrazione.

Digitalizzazione programma Terzo Polo, cosa c’è scritto

Non si parla, di coperture economiche per quel che riguarda un maggior impiego – in alcuni casi una vera e propria conversione nel modus operandi – del digitale in tutti gli aspetti in cui, secondo il programma, dovrebbe essere esteso. Ma all’interno del documento programmatico ci sono alcuni spunti interessanti. Andiamo in ordine. Il riferimento alla digitalizzazione appare per la prima volta (indice escluso) a pagina 14. Il capitolo è quello dedicato a “Energia e ambiente” e al quarto punto del paragrafo che parla di un argomento di stretta attualità come la “Crisi idrica“, troviamo scritto:

«Incentivare gli investimenti in sistemi di irrigazione che riducono gli sprechi d’acqua.
Questa misura è rivolta principalmente agli imprenditori del settore agroalimentare, i quali investono nell’irrigazione di precisione. Essa consente di ridurre gli sprechi ma anche di avere migliori rendimenti, al contempo monitorando le fasi delle colture ed evitando alle piante gli stress da carenza o da sovrabbondanza di acqua. Oltre al sistema di irrigazione goccia a goccia, gli incentivi sarebbero accessibili anche a chi investe nel controllo delle fasi di irrigazione e di micro-irrigazione digitale e da remoto».

Dunque, si parla di sistemi di micro-irrigazione digitali, in modo da poter gestire le operazioni di irrigazione da remoto. Il tutto attraverso incentivi (che, però, non vengono spiegati nel dettaglio, quindi senza né costi né coperture).

Il fisco e la lotta all’evasione

Poi c’è il capitolo del Fisco. Ma come entra la digitalizzazione all’interno del sistema di riscossione delle tasse e delle imposte da parte dello Stato? Secondo il Terzo Polo, occorre un maggior investimento sugli strumenti digitali proprio per combattere l’evasione:

«Dal 2014 al 2019, come conseguenza dell’introduzione del fisco elettronico, il tax gap fiscale e contributivo si è ridotto di 10 miliardi di euro. Quel risultato può essere esteso continuando l’investimento sulla digitalizzazione e al contempo semplificando e riducendo gli adempimenti».

La Sanità

E di digitalizzazione programma Terzo Polo si parla anche a pagina 29, al punto 4 del capitolo dedicato alla Sanità. Anche in questo caso si tratta di un tema di stretta attualità, vista la pandemia Covid e tutte le conseguenze in Italia. In particolare, viene spiegato:

«È opportuno anche il ripristino degli osservatori regionali della prevenzione e l’implementazione di un sistema di analisi dei dati biometrici e di strutture di laboratorio e ambienti clinici con i più elevati livelli di biosicurezza, nonché investimenti in sanificazione ambientale avanzata per scuole, mezzi di trasporto, uffici pubblici e per dotare i presidi di emergenza di percorsi pandemic-free ed equipaggiare le ambulanze con sistemi di digitalizzazione e attrezzature per il trasporto in isolamento».

E poi si prosegue al punto 5, quello dedicato alla formazione delle risorse umane in ambito medico:

«Deve essere aumentata la formazione in telemedicina e nelle tecnologie digitali e garantirne l’implementazione».

Insomma, la digitalizzazione Programma Terzo Polo viene offerta all’interno di molti ambiti. E si prosegue ancora su argomenti di stretta attualità come i giovani.

I giovani e gli anziani

Per trovare nuovamente il tema digitalizzazione programma Terzo Polo occorre scorrere fino a pagina 41. Si parla di “Giovani” e, in particolare, di formazione per acquisire competenze in questo ambito:

«Le competenze digitali sono un elemento fondamentale per assicurare l’integrazione proattiva tra formazione e occupazione giovanile. Per permettere a tutti i giovani di avere una solida formazione digitale, sono necessari investimenti adeguati per promuovere un progetto strategico nazionale alla formazione e allo sviluppo delle competenze digitali dei giovani, sia in ambito scolastico, a partire dalla scuola primaria, sia in ambito lavorativo».

La parole “digitale” (e le sue varianti) appare addirittura quattro volte per esprimere questo punto nel programma del Terzo Polo e viene ribadito poco dopo. Si parla di “Welfare” e, in particolare, di sburocratizzazione e diminuzione del “digital divide, soprattutto per quel che riguarda i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e le fasce di età più in là con gli anni. Proprio qui si parla con più insistenza di digitalizzazione:

«Per garantire il più ampio accesso ai servizi pubblici in forma digitale, è indispensabile accelerare i progetti di contrasto al digital divide (es: corsi di supporto alla digitalizzazione presso i centri per anziani o nei centri di aggregazione multifunzionali sul territorio) […] È inoltre necessario rimodulare le attività degli sportelli SUAP e SUE al fine di offrire ai cittadini un’interfaccia unica per tutti i servizi (il cosiddetto SUAPE). Lo sportello unificato dovrà essere istituito in modalità completamente digitalizzata, essendo questo un obiettivo strategico dell’agenda di semplificazione 2022-2026. Per garantire il più ampio accesso ai servizi pubblici in forma digitale, è anche indispensabile accelerare con i progetti di contrasto al digital divide soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno».

La Pubblica Amministrazione

Poi, spostandosi all’interno del capitolo della Pubblica Amministrazione, il programma del Terzo Polo promette – come obiettivi conseguibili – un’attenzione fondamentale alla digitalizzazione della PA. E si parla anche di processi partecipativi.

«Riteniamo necessario efficientare i principali processi partecipativi (es: raccolta firme per referendum) per consentire e facilitare una maggiore applicazione delle regole democratiche. A titolo esemplificativo è fondamentale digitalizzare i processi di raccolta firme per referendum e presentazione di liste elettorali nonché i processi di consultazione pubblica».

In che modo?

«Per l’attuazione dei programmi dell’Agenda digitale 2026, occorre un potenziamento delle strutture e delle figure chiave previste dal codice dell’amministrazione digitale, a partire dal responsabile della transizione al digitale e del difensore civico».

E questo dovrebbe riguardare anche le Prefetture:

«Vogliamo trasformare le nostre prefetture in centro unico dello Stato sul territorio: un luogo in cui cittadini e imprese trovano tutti gli interlocutori, il front-office dello Stato leggero e digitale accorpando funzioni e personale anche per ottimizzare costi e eliminare inefficienze».

All’interno di tutto ciò, nell’ambito della sburocratizzazione, possiamo inserire anche un appunto contenuto all’interno del capitolo “Trasporti”:

«Investire sui sistemi di digitalizzazione dei porti».

Siamo arrivati, dunque, a metà del nostro percorso nell’analisi del peso della digitalizzazione programma Terzo Polo. Finora abbiamo visto come questo argomento coinvolga – in maniera particolare – l’aspetto della Pubblica Amministrazione che dovrebbe virare verso il futuro con gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia in continua evoluzione. Ma il viaggio negli obiettivi del tandem Calenda-Renzi prosegue all’interno del documento programmatico ufficiale.

Digitalizzazione programma Terzo Polo, l’innovazione

Adesso entriamo nel fulcro del programma del Terzo Polo per quel che riguarda scenari futuri e futuribili. Perché digitalizzazione fa rima con innovazione. E da pagina 52 (della versione pubblicata sul sito di Azione) ecco che è tutto un florilegio di utilizzi del termine “digitale” in tutte le sue versioni possibili. Riportiamo di seguito i passaggi principali:

«La connettività diffusa è condizione necessaria, ma non sufficiente, per rendere intelligenti le nostre città e le relative interconnessioni. È necessario coniugare le reti con un sistema aperto di gestione digitale di permessi e programmazione edilizia. Gli smart buildings vanno incentivati con leve fiscali di lungo termine, come sconti in tasse di successione e nel calcolo del plusvalore in caso di rivendita di edifici con sottrazione dei costi di ristrutturazione “smart”. Per fare questo serve completare in tempi brevi la digitalizzazione del catasto, anche con tecnologie satellitari»; 
«Si intende istituire un fondo pubblico/privato per le tecnologie deep tech, incluse le Digital Ledger Technologies (più conosciute come blockchain) con modello di bandi e gestione fondi tipo DARPA statunitense. Sulla sfida dell’intelligenza artificiale, prendendo spunti da altri paesi europei e per dare piena implementazione alla strategia italiana di IA, è necessaria un’unità dedicata nel Ministero per l’Innovazione tecnologica oltre al coordinamento interministeriale previsto dalla strategia»;
«Per supportare le aziende innovative nascenti – digitali e non – proponiamo il modello della facilitazione d’impresa, abbinato alla razionalizzazione dei bandi di finanziamento, evitando la discrezionalità delle Regioni sulla definizione di “startup” e superando la modalità “click day” dei bandi pubblici. Prevediamo una sandbox normativa che permetta l’incontro agile tra startup e mercato e l’eliminazione di tutte le gabelle relative alla costituzione o al mantenimento della società, come ad es. la tassa di concessione governativa, la vidimazione dei libri sociali ed i costi relativi all’iscrizione in Camera di Commercio. Si intende supportare la transizione digitale e 4.0 delle imprese rafforzando il framework normativo originale di Industria 4.0, potenziando e razionalizzando i soggetti a cui questo supporto alle imprese compete (Centri di Competenza e Digital Innovation Hub), sostenendo in particolare la crescita delle PMI, ma anche la neocreata Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che deve essere partner e non solo controllore delle aziende»; 
«Il PNRR contiene misure per incentivare l’implementazione di sistemi digitali nella produzione agricola e durante la pandemia si sono promossi strumenti per favorire l’accesso al credito delle imprese agricole. E’ necessario proseguire in questa direzione:

  • Potenziamento delle garanzie statali a copertura delle richieste di credito effettuate dagli imprenditori agricoli e della pesca per sostenere gli investimenti necessari per le nuove tecnologie e l’ammodernamento del parco macchine;

  • un iper-ammortamento dedicato agli investimenti per l’efficientamento della rete idrica (cfr. proposta sulla crisi idrica);

  • Completamento dell’ultimo miglio in materia di infrastrutture digitali per garantire la connettività nelle aree rurali, fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura 4.0 e di precisione, dei servizi, delle attività agricole connesse e del turismo».

Un grande peso, dunque, della digitalizzazione all’interno del capitolo sulle Innovazioni.

La Sicurezza

Oltre a un concetto di digitalizzazione per quel che riguarda la centralità delle Prefetture, il tema della “rete” e del controllo da parte delle forze dell’ordine arriva anche all’interno del capitolo dedicato alla sicurezza. Italia Viva e Azione, infatti, promettono:

«Vogliamo una polizia forte, trasparente e a misura di cittadino: è necessario rafforzare gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine sia fisici sia digitali per lo svolgimento dei loro compiti. Infine, è necessario un inasprimento delle leggi sulle armi e maggiori controlli sul commercio illegale di armi, anche e soprattutto sui mercati online».

Un controllo capillare della rete per rendere efficace, nonostante sia già presente la Polizia Postale e altri organi deputati alla cyber security, le operazioni di controllo.

Digitalizzazione programma Terzo Polo: gli italiani all’estero

Il viaggio nel programma del Terzo Polo, andando a scandagliare tutti i riferimenti al digitale in tutte le salse, si conclude con le ultime pagine del documento. Qui il termine “digitale” in quattro punti:

«È necessario potenziare la ricerca e le possibili sperimentazioni sulla digitalizzazione del procedimento elettorale in linea con quanto sperimentato con l’elezione dei Comites avvenuto nel 2021 in 11 paesi stranieri»; 
«Tutti i servizi della Pubblica Amministrazione devono essere accessibili agli italiani all’estero direttamente dai portali digitali di Ambasciate e Consolati»; 
«Continuare a rafforzare i servizi consolari nel mondo con maggiori dotazioni di personale e risorse e procedere con forza sulla via della digitalizzazione dei servizi al cittadino»; 
«Serve una riforma dell’AIRE che deve diventare unica e digitale per permettere l’iscrizione istantanea senza aspettare mesi; semplificare l’ottenimento dello SPID per gli italiani iscritti all’AIRE».  

In fondo al documento, dunque, il tema della digitalizzazione viene declinato anche per quel che concerne la situazione dei nostri connazionali che risiedono all’estero.

(Foto IPP/Massimo Rana)

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