Dal divieto di Biden al continuo utilizzo di Pegasus, quali sono le ultime notizie dal fronte NSO Group

L'azienda israeliana aveva fatto discutere in seguito all'inchiesta giornalistica che aveva evidenziato che nel mirino dello spyware ci fossero giornalisti, attivisti e personalità politiche

11/09/2023 di Gianmichele Laino

In principio fu Pegasus e la notizia di smartphone di giornalisti, attivisti e personalità del mondo politico e istituzionale sotto osservazione. È stato lo stigma originario – anche se gli addetti ai lavori conoscevano davvero bene il nome dell’azienda – di NSO Group, l’azienda di sicurezza informatica israeliana che realizza prodotti come gli spyware che, per sua stessa ammissione, possono essere utilizzati per scopi diversi rispetto a quelli con cui sono stati creati. Arabia Saudita, Kazakistan, India e l’Ungheria di Viktor Orban, secondo l’inchiesta giornalistica sui Pegasus Papers, avrebbero impiegato lo spyware made in NSO per controllare i telefoni di reporter, attivisti e politici (sia del proprio Paese, sia di Paesi stranieri) con ruoli istituzionali. Da lì una serie di reazioni a catena che ha fatto scoprire al grande pubblico l’invasività di strumenti come quelli progettati da aziende che operano nell’ambito della cybersicurezza e che ha evidenziato decisioni da parte di governi e di Big Tech che producono dispositivi come smartphone, pc e tablet destinate a smuovere il mercato di settore.

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Dichiarazioni NSO e decisioni dei governi: cosa è successo dopo lo scandalo Pegasus

Abbiamo già accennato, ad esempio, alle tensioni che ci sono state tra NSO e Apple, con quest’ultima che ha intentato causa al gigante israeliano dopo lo scandalo di Pegasus. Prima ancora di questa diretta conseguenza, bisognava registrare la coalizione tra Meta (all’epoca, Facebook Inc.), Google e Microsoft contro NSO proprio a causa dell’invasività dei suoi prodotti rispetto alle piattaforme e ai dispositivi progettati da queste aziende Big Tech.

Sicuramente, però, è stato lo scandalo Pegasus a sdoganare il lavoro fatto da NSO Group e a provocare le maggiori reazioni a livello globale. Basti pensare, ad esempio, al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che, nel mese di marzo 2023, ha firmato un ordine esecutivo per vietare l’utilizzo dello spyware commerciale di proprietà di NSO, con la motivazione legata al rischio per la sicurezza nazionale.

Questo, tuttavia, non ha fermato l’azienda nel commercializzare Pegasus. In una recente intervista esclusiva a RSI, il CEO di Pegasus Yaron Shohat, ha risposto così alla domanda su Pegasus e sulla sua attuale presenza sul mercato: «NSO sviluppa per i nostri clienti, esclusivamente agenzie governative, strumenti che permettono loro di raccogliere intelligence per combattere terrorismo e crimine». Una non-risposta che lascia molto spazio all’immaginazione, forse volutamente. NSO Group insiste, infatti, sulla neutralità del suo strumento: il suo cattivo utilizzo dipenderebbe esclusivamente dalle finalità con cui i partner istituzionali (NSO sottolinea che sono quasi tutti europei) lo impiegano.

Tant’è che NSO Group starebbe anche attuando delle opportune contromisure per contrastare l’utilizzo non lecito dei suoi strumenti di sicurezza. L’azienda israeliana, infatti, ha affermato di condurre indagini approfondite sulle modalità d’utilizzo degli spyware e, se fossero riscontrate delle irregolarità, ha affermato di provvedere alla sospensione della licenza. Pur non essendo sicura, tuttavia, che il prodotto non sia già finito in mani sbagliate.

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