La frecciata di Salvini a Meloni: «Se gli altri avessero preso i voti della Lega, avremmo vinto in Toscana»
Il segretario insiste sul 15-5 complessivo in Italia
21/09/2020 di Gianmichele Laino
Non c’è un accenno di tono trionfalistico nella dichiarazione Salvini dopo le elezioni regionali 2020. L’unico cedimento alla voglia di trasmettere positività è la continua, martellante insistenza sul fatto che, al momento, il centrodestra governi 15 regioni su 20 in Italia. Un risultato che, tuttavia, secondo le previsioni della vigilia sarebbe dovuto essere ribaltato completamente, con la conquista di altre tre regioni per quanto riguarda il centrodestra: Matteo Salvini, infatti, aveva previsto un 7-0, finito poi 3-3 (con l’eccezione della Valle D’Aosta che, però, ha un regime tutto particolare).
LEGGI ANCHE > Alla fine, per la citofonata di Salvini a Bologna paga un carabiniere
Dichiarazione Salvini e la frecciata a Giorgia Meloni
Tuttavia, quando gli fanno notare che la Lega, in Toscana, ha perso quasi 10 punti percentuali rispetto alle elezioni europee e che, di contro, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è un partito in ascesa anche in quella regione, Matteo Salvini tradisce un certo nervosismo: «Le elezioni regionali sono molto diverse dalle elezioni europee: nel voto locale ci sono anche altri fattori, ci sono diverse liste. Detto ciò, se gli altri avessero preso gli stessi voti della Lega, oggi avremmo vinto in Toscana».
La crescita di Fratelli d’Italia e la Lega che perde terreno
La risposta che si potrebbe dare a Salvini è che anche se la Lega avesse mantenuto i livelli delle europee in Toscana, il centrodestra avrebbe conquistato la regione. Nel maggio 2019, la Lega in Toscana aveva raggiunto il 33%. Stando ai voti attuali, il Carroccio avrebbe di poco superato il 20%. Di contro, Fratelli d’Italia – che partiva da un 6% – ha più che raddoppiato i suoi consensi anche in Toscana.
Ma Salvini fa fatica a fare autocritica e, nonostante il pareggio, continua a insistere sul fatto che quello della Lega e del centrodestra rappresenti lo stesso un successo. «Con 15 regioni su 20, gli equilibri nella conferenza stato regioni devono cambiare. Ora, la presidenza è affidata a Bonaccini, ma è evidente che a parlare con Conte e con Gualtieri, prossimamente, manderemo qualche altra persona».