Omicidio Piscitelli, bruciata la panchina su cui è stato ucciso il capo Ultras laziale Diabolik

12/09/2019 di Enzo Boldi

Una panchina è stata data alle fiamme nella notte romana al parco degli Acquedotti. Non si tratta di una panchina qualunque, ma di quella su cui è morto Fabrizio Piscitelli – alias Diabolik -, il discusso capo degli Irriducibili della Lazio freddato con un colpo di pistola lo scorso mercoledì 7 agosto mentre stava facendo jogging all’interno dell’area verde nella zona Sud-Est della capitale. E proprio lì c’erano le sciarpe, le maglie e i fiori lasciati dai tifosi biancocelesti e dagli amici del 53enne romano, volto molto noto e rispettato nell’ambiente del tifo (non solo laziale) e famoso anche tra le forze dell’ordine per via dei suoi precedenti penali.

E quella panchina di via Lemonia, nel bel mezzo del parco degli Acquedotti, non sembra esser andata a fuoco per puro caso. Attorno alla morte di Piscitelli, detto Diabolik, ci sono ancora decine di interrogativi che non trovano ancora una risposta. L’unica cosa certa, per via della dinamica degli eventi, è che si sia trattato di un’esecuzione in piena luce. C’è chi, inizialmente, attribuiva questo omicidio a una questione di rivalità calcistica, ma questa tesi è stata subito scartata. Stesso discorso vale per un eventuale movente politico.

Diabolik e la panchina data alle fiamme

Negli ultimi giorni, poi, ci ha pensato Fabio Gaudenzi – braccio destro di Massimo Carminati ed estremista di destra – a sparigliare ancor più le carte. Prima del suo arresto, infatti, il ricercato aveva pubblicato un video in cui annunciava di voler raccontare alle forze dell’ordine i veri motivi dietro la morte di Diabolik. L’attesa, dopo quel filmato, si è esaurita qualche giorno dopo.

Il racconto di Gaudenzi

Gaudenzi, infatti, ha raccontato agli inquirenti di presunti affari di contrabbando con l’Africa e non solo: «È una storia di contrabbando ha detto agli investigatori che attraversa l’Africa e l’Arabia Saudita fino ad arrivare in Europa». Non si tratta di droga e nemmeno di diamanti. Secondo le indiscrezioni, il contrabbando in cui era coinvolto Diabolik riguardava gli esseri umani in una vera e propria tratta.

(foto di copertina: ANSA/GABRIELE DE RENZIS)

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