Di Stefano spiega l’attacco di Grillo a Di Maio: «Parla a nuora perché suocera intenda»

02/09/2019 di Enzo Boldi

La politica funziona così: quando c’è una rottura evidente e palese è importante fare finta di nulla e smentire anche la luminosità della luce del sole. Ed ecco che dopo gli stracci fatti volare (ancora una volta) da Beppe Grillo nei confronti di Luigi Di Maio vengono sminuiti da Manlio Di Stefano che, addirittura, dà una versione molto fantasiosa del duro attacco e «l’incazzatura» del garante penstatellato dopo gli ultimi ostacoli emersi nei tentativi di accordo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico per un nuovo Esecutivo guidato sempre da Giuseppe Conte.

«Non c’è nessuno scontro con Di Maio, Grillo ha sempre la sua tecnica, dare una randellata per dare meglio il messaggio a tutti – ha detto Manlio Di Stefano al termine della riunione del Movimento 5 Stelle a Roma -: parla a nuora perché suocera intenda». Diatribe tra suocere e generi, dunque, come ne abbiamo già viste negli ultimi 14 mesi dove, spesso e volentieri, si è gettato il sasso (fragorosamente) per poi nascondere la mano e far finta che andasse tutto bene. Quel tutto bene che, evidentemente, era un tutto male. Come dimostra l’epilogo.

Di Stefano e il genero Beppe Grillo

E Luigi Di Maio non replica alle parole di Grillo, seguendo un po’ la linea tenuta da Manlio Di Stefano. Al termine del vertice romano, infatti, il leader pentastellato si è limitato a scrivere sul proprio profilo Facebook questo post: «Questa mattina a Palazzo Chigi ho incontrato ministri, vice ministri e sottosegretari del Movimento 5 Stelle. Un saluto alla grande squadra del Movimento che ha governato per 14 mesi con impegno e dedizione, pensando sempre al bene dei cittadini. Comunque andrà sono orgoglioso di loro e del lavoro svolto».

Il ruolo di Luigi Di Maio nel governo che verrà

Nel frattempo, sia Carlo Sibilia che Manlio Di Stefano hanno ricordato la necessità di un ruolo di primo piano e di spessore per Luigi Di Maio anche nel prossimo governo. Nelle ultime ore, infatti, si è parlato di tensioni tra M5S e Pd proprio sul ruolo dei vicepremier, con i dem che non ne vorrebbero, mentre i pentastellati ne vorrebbero due: uno per ogni forza politica, come è stato nel corso del governo con la Lega.

(foto di copertina:ANSA/RAFFAELE VERDERESE)

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