Caso Siri, Di Maio: «Salvini è forte con i deboli. Sia intransigente come con i migranti»

05/05/2019 di Enzo Boldi

Altro che pace. Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a litigare sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sottosegretario leghista alle Infrastrutture e ai Trasporti Armando Siri. Da giorni, ormai, i dibattito politico interno alla maggioranza si è arrovellato attorno alle mancate dimissioni – finora – del rappresentante del Carroccio, indagato per corruzione in Sicilia e reo – secondo le accuse – di aver anche proposto un emendamento che avrebbe favorito l’imprenditore Arata in Sicilia per alcune concessioni sull’eolico. Gli emendamenti non passarono, ma le carte in mano agli inquirenti hanno spinto i pentastellati a chiedere il suo passo indietro. Salvini ha sempre mostrato i muscoli su questo caso e Luigi Di Maio, oggi, è tornato alla carica.

«È la solita storia all’italiana, del Santo in Paradiso, l’atteggiamento da casta – ha detto Luigi Di Maio ospite di Lucia Annunziata a 1/2 h in più, su Rai3 -. Ora voglio dire a Salvini è facile fare il forte coi deboli, questo è il momento del coraggio, in cui ci si assume le responsabilità dimostrando ai cittadini che siamo come i cittadini. Il governo del cambiamento non può avere atteggiamenti del passato». Il riferimento alla forza si traduce nell’atteggiamento che il leader della Lega ha avuto da sempre nei confronti dei migranti.

Di Maio accusa Salvini di esser forte solo con i deboli

«Per il M5S – prosegue infatti Di Maio – su questa cosa non si passa. Mi aspetto dalla Lega e da Salvini una posizione intransigente, come ce l’ha sulla sicurezza e sui migranti, anche quando si recluta la classe politica devi stare attento». E già nei giorni scorsi i toni utilizzati dal Movimento 5 Stelle non sono stati molto soft, e il leader pentastellato: «È davvero preoccupante il muro contro muro della Lega per una poltrona», ha di nuovo sottolineato il vicepremier.

No alla crisi di governo, anche se il Cdm si dovesse spaccare

E per lanciare l’appello al suo alleato di governo, Luigi Di Maio lancia un monito su alcuni eventi del passato: «Se il tema sono le regole della democrazia guardiamo i precedenti: Lupi per molto meno si dimise, Renzi per molto meno fece dimettere il suo ministro dello Sviluppo economico. Se Salvini vuol far peggio di Lupi e Renzi faccia pure, ma finché sta con il M5S si seguirà la procedura per rimuovere il sottosegretario». Poi il tema dell’eventuale rottura in Consiglio dei Ministri (previsto per mercoledì): «Se si spacca il Cdm su Siri non chiederemo la crisi di governo, avremo comunque raggiunto l’obiettivo».

(foto di copertina: da diretta 1/2 h in più, su Rai3)

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