Di Maio e l’avviso ai ribelli: chi vota contro è fuori dal M5S
30/10/2018 di Redazione
Tempi duri per il Movimento 5 Stelle, tempi duri per Luigi Di Maio. Il vicepremier e ministro di Lavoro e Sviluppo Economico deve far fronte alle divisioni interne su questioni come grandi opere e sicurezza e mettere a punto una strategia per mantenere compatti i gruppi parlamentari di Camera e Senato. L’obiettivo è quello di limitare la pattuglia dei ribelli che hanno già annunciato battaglia, da combattere con la presentazione di emendamenti e poi con il voto in Aula. Di Maio ha già parlato apertamente delle necessità di compattezza, anche perché ogni cambiamento potrebbe compromettere l’intesa raggiunte su vari punti di programma con la Lega. Secondo i retroscena sarebbe pronto anche al pugno duro nei confronti dei dissidenti.
Di Maio avvisa i dissidenti M5S sul dl sicurezza: chi vota contro è fuori
«Se votano contro sono fuori», sono le parole attribuite al leader M5S dal quotidiano La Stampa (articolo di Ilario Lombardo). Di Maio ai suoi garantisce che «se in aula votano contro una decisione del M5S», che ha scelto di far passare il decreto sicurezza caro a Matteo Salvini, i ribelli «andranno davanti ai probiviri». «Per me equivale a un tradimento», dice il leader M5S. Di Maio avrebbe anche rassicurato il capo del Carroccio. «Tranquillo, non ho nessun problema, sono solo pochi», avrebbe detto il capo pentastellato all’alleato che chi chiedeva garanzie sul decreto legge sicurezza, che non è particolarmente gradito all’ala sinistra del Movimento (di cui fa parte anche la senatrice Elena Fattori). Il testo prevede anche l’aumento dei tempi di permanenza nei centri per i rimpatri e un maggior numero di reati per la revoca dello status di rifugiato. Come spiega Il Corriere della Sera (articolo di Emanuele Buzzi) dei tre senatori schierati in prima linea sul dl sicurezza (con la Fattori anche Gregorio De Falco e Paola Nugnes) solo per la prima sembra certo l’avvio di un procedimento in casa M5S. Ma non sono escluse altre soluzioni, a seconda delle reazioni che ci saranno nei prossimi giorni.
(Foto di copertina da archivio ansa: il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio nell’aula del Senato durante le dichiarazioni di voto finali al dl dignità, il 7 agosto 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)