Di Maio propone il reddito di cittadinanza anche al Partito Democratico
29/04/2018 di Redazione
Con una lunga lettera al Corriere della Sera, Luigi Di Maio ha illustrato quali punti di convergenza possono esserci per formare un governo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Tra questi, immancabile, c’è anche il reddito di cittadinanza. Il leader politico ritiene possibile l’intesa su un contratto alla tedesca, che non sia sinonimo di alleanza, ma che punti a proporre un programma che interessi direttamente gli italiani.
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Di Maio reddito cittadinanza Pd, cosa c’è scritto nella lettera al Corriere
Diversi i punti esaminati da Luigi Di Maio che, in conseguenza dello studio di Giacinto Della Cananea, potrebbero essere condivisi anche dai parlamentari del Partito Democratico. Il superamento delle regole di austerità a livello europeo, ad esempio, ma anche un piano decisamente più attivo sulle misure per regolamentare l’immigrazione e per aumentare la sicurezza (anche quella informatica).
Possibili convergenze ci sono anche sulle strategie per migliorare l’inserimento nel mondo del lavoro, in tema di giustizia e di sanità, passando per una revisione delle spese per far andare avanti la macchina istituzionale. Ma il fulcro – che in realtà viene trattato in maniera molto superficiale da Di Maio – resta il reddito di cittadinanza.
Il provvedimento, vero cavallo di battaglia della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle, era scomparso dai radar dopo il responso delle urne il 4 marzo (salvo in alcuni CAF, dove i cittadini si recavano per chiedere informazioni in proposito). In queste ore, invece, Di Maio è tornato a parlare di reddito di cittadinanza, inserendolo anche nei possibili punti di convergenza con il Partito Democratico.
Di Maio reddito cittadinanza Pd, ma critica il Rei
«I fondi del REI non sono sufficienti e le politiche attive del lavoro non funzionano – scrive Luigi Di Maio -. Il reddito di cittadinanza risolverebbe entrambi i problemi, estendendo il beneficio a più famiglie e rendendo effettivo il reinserimento lavorativo grazie alla riforma dei centri dell’impiego. Parliamo anche di pensione di cittadinanza per gli anziani». Resta soltanto il principio, insomma: ma non si capisce come si possa trovare una intesa su questo tema, specialmente partendo dalla premessa che il reddito d’inclusione – di cui il Partito Democratico è stato attivo sostenitore – sia da rivedere.