Di Battista non va all’associazione Rousseau per protesta: «Tutti, compreso Di Maio, mi hanno lasciato solo»

Ieri c’era un evento importante per il Movimento 5 Stelle. A Milano, il Villaggio Rousseau ha sempre rappresentato l’occasione per contarsi, per rilanciare le idee del partito, per discutere di contenuti. Ieri, invece, l’aria era da resa dei conti, complice anche l’assenza rumorosa di Alessandro Di Battista. Che, dopo le sconfitte elettorali in Abruzzo e in Sardegna, continua a restare in silenzio.

Di Battista scaricato dagli altri M5S

Tra qualche giorno, il 13 marzo esattamente, si potrà contare un mese dall’ultima apparizione pubblica dell’importante esponente del Movimento 5 Stelle, lasciato in panchina in questa tornata elettorale per avere una carta da giocare in futuro, quando dovrebbe valere (ma questo ancora è tutto da verificare) la regola del doppio mandato per gli altri big del Movimento.

Nel frattempo, Di Battista avrebbe dovuto aiutare i suoi colleghi nelle battaglie che sono state portate avanti in questi giorni, dalle elezioni regionali, passando per quelle sui provvedimenti-chiave votati dal Movimento 5 Stelle (compresa la mancata autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini). In più, ci sarebbe la sfida delle elezioni europee 2019, alla quale – per il momento – Di Battista ha partecipato soltanto nella prima fase, nel corso della sciagurata visita ai gilet gialli di Christophe Chalencon, quello che voleva fare il colpo di Stato contro Emmanuel Macron.

Lo sfogo su Di Battista riportato al Villaggio Rousseau

Ora, stando a quanto riportato in un retroscena de La Stampa, firmato da Ilario Lombardo, Di Battista sarebbe deluso per il comportamento dei suoi colleghi di partito e denuncia di essere stato lasciato solo da tutti, anche da quel Luigi Di Maio con cui ha passato il capodanno e con cui ha fatto il video di buon anno sulle piste da sci.

Manlio Di Stefano, uno dei centurioni di questo Movimento 5 Stelle, si sarebbe lasciato sfuggire la frase: «È un fratello, aveva bisogno di staccare». Tuttavia, sull’argomento gli altri esponenti del Movimento hanno le bocche cucite. Sono lontani i tempi in cui Di Battista veniva annunciato come l’arma segreta per recuperare consensi nei confronti di Matteo Salvini. «Si è sentito scaricato – dicono nella platea del Villaggio Rousseau -. Quando hanno cominciato a parlare delle ricadute negative delle sue uscite pubbliche nessuno lo ha difeso. E non hanno nemmeno smentito gli articoli che parlavano dei ripensamenti del Movimento sulla strategia di utilizzarlo in tv».

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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