Ponte Morandi, quel crollo che ha sfiorato le case

C’è un’immagine più significativa di altre che fa comprendere benissimo la natura di quanto accaduto al Ponte Morandi con la demolizione dei piloni 10 e 11 che darà il via alla ricostruzione completa del nuovo viadotto progettato da Renzo Piano. È quella catturata dalle telecamere fisse della Protezione Civile che danno su via Campi e via Spaventa, dove – sotto ai piloni – ci sono ancora le case.

Il Ponte Morandi si è sbriciolato, accartocciandosi su se stesso e sparendo – sembra – nel nulla. La cosa più impressionante è che gli appartamenti, che si trovano proprio a pochi centimetri dai piloni che ormai sono stati abbattuti, non sono stati minimamente sfiorati dalle macerie, che hanno avuto un crollo verticale, precisissimo e assolutamente calcolato. Soltanto la polvere sottile ha travolto le case e i balconi, lasciando – come ricordo – soltanto la patina.

«Le prime informazioni che abbiamo è che è andato tutto come da programma – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci -, escluso un ritardo di circa mezz’ora dovuto alla segnalata presenza di una persona in un appartamento chiuso con una porta blindata, che ovviamente abbiamo dovuto controllare. Comunque alle 9.37 il ponte è venuto giù. È stata un’operazione senza eguali, specie perché in un contesto urbano».

Un’operazione unica al mondo, con una demolizione che è avvenuta direttamente in mezzo alle case. Difficile replicarla, per difficoltà, in altri contesti urbani: «Dal punto di vista tecnico – ha sottolineato il primo cittadino – la procedura è stata rispettata al 100% e ora come ora siamo in linea con il piano. Le centraline stanno già funzionando e aspettiamo i risultati. Sulla base dei risultati del secondo check previsto alle 22 prenderemo una decisone sul rientro dei residenti». Che torneranno tranquillamente nelle loro case. Impolverate, ma salve.

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