Al processo di Mafia Capitale, l’avvocato di Massimo Carminati insulta «Delirio Abbate»

È appena iniziato il processo d’appello per 43 imputati nella vicenda di Mafia Capitale. Per 28 di loro la procura ha chiesto la revisione della sentenza di primo grado che ha derubricato l’associazione mafiosa in associazione semplice. Come riportato dalla cronista di Repubblica Federica Angeli, l’avvocato di Massimo Carminati Giosuè Naso inizia a parlare e si scaglia contro la procura e contro i giornalisti.

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«DELIRIO ABBATE», LE OFFESE AL GIORNALISTA DE L’ESPRESSO

Il suo bersaglio, in modo particolare, è uno solo: Lirio Abbate. Il giornalista, infatti, grazie alle sue inchieste sulla criminalità a Roma, ha fatto emergere per primo il marcio che c’era (e che continua a esserci) per le strade della capitale. Lo ha fatto nella maniera più fastidiosa, storpiando il nome del collega con uno sprezzante gioco di parole. Lirio Abbate, in aula, è diventato «Delirio Abbate».

Questo modo di fare dell’avvocato di Massimo Carminati non è affatto piaciuto all’interno dell’aula bunker. Giulio Vasaturo, legale di Libera che nel processo è parte civile, ha voluto commentare con la cronista di Repubblica gli strali lanciati dal collega: «Credo che queste continue delegittimazione personali del giornalista Abbate impegnato sul fronte delle inchieste contro le mafie – ha detto Vasaturo – vadano fortemente stigmatizzate e deplorate».

«DELIRIO ABBATE», DOVREMO CONTINUAMENTE ASSISTERE A QUESTE OFFESE?

Le udienze andranno avanti fino al 28 giugno 2018. Alcune di queste prevederanno anche gli interventi in video conferenza di Salvatore Buzzi e dello stesso Carminati, considerati i due personaggi di spicco dell’intera vicenda di Mafia Capitale. La domanda – che viene quasi spontaneo porsi – è se a ogni singolo passaggio in aula saremo costretti ad assistere a questa assurda delegittimazione del lavoro d’inchiesta giornalistica. Un lavoro, molto probabilmente, visto con odio e con disprezzo dalla criminalità: senza persone come Lirio Abbate, infatti, il racconto di Mafia Capitale non sarebbe stato possibile.

FOTO ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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