Le regioni italiane contro il decreto sicurezza. Zingaretti: «Non chiuderemo gli Sprar»

Anche l’Umbria si unisce all’elenco delle diverse regioni italiane che stanno progettando un ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza. Si unisce quindi a Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e Calabria, mentre il Lazio di Nicola Zingaretti ne sta ancora discutendo ma sicuramente «non chiuderemo gli Sprar».

Regioni italiane contro il dl sicurezza: la posizione dell’Umbria

La questione di costituzionalità del decreto sicurezza è stata sollevata alla giunta regionale dalla presidente Catiuscia Marini che ha ribadito la sua ferma volontà di «mantenere inalterati i livelli dei servizi e dei diritti riconosciuti agli stranieri entrati regolarmente nel nostro territorio ed oggi posti in uno strano limbo e penalizzati dal decreto, con grave lesione dei diritti umani e del rispetto della dignità di ciascuna persona». «Una situazione – ha continuato Marini – che  genera peraltro problemi sociali nelle singole città della regione e rende complicato l’intervento sociale da parte delle istituzioni locali». Una posizione sostenuta anche dall’assessore Antonio Bartolini, che  ha evidenziato come il provvedimento presenti profili di «palese incostituzionalità che vanno ad impattare su tutte le più importanti materie di legislazione regionale quali salute, assistenza sociale, diritto allo studio, formazione professionale e politiche attive del lavoro e l’edilizia residenziale pubblica».

Toscana e Piemonte contro il dl sicurezza, ma non sono atti di «disobbedienza civile»

Oggi il presidente della Toscana Enrico Rossi depositerà il ricorso della Regione, sostenendo la tesi secondo cui il decreto ostacola il funzionamento dei servizi e della sanità di competenza regionale. «È ovvio che sul decreto Salvini ci sono visioni diverse – ha dichiarato Rossi – Quella nostra dice che questo decreto porterà più insicurezza. Lascerà persone senza diritti, accrescerà il numero di irregolari e ostacola anche funzioni di controllo». Enrico Rossi però si dissocia dalla linea dei sindaci ribelli: non c’è nessuna «intenzione di compiere atti di disobbedienza civile» spiega.

Confermato anche il ricorso da parte del Piemonte. Il presidente della Regione Sergio Chiamparino durante un’intervista a Sky ha dichiarato di aver avuto la conferma dell’avvocatura che «esistono le condizioni giuridiche per il ricorso alla Consulta perché il decreto impedendo il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, avrà ripercussioni sulla gestione dei servizi sanitari e assistenziali di nostra competenza».

Nicola Zingaretti: «Valutiamo il ricorso e manteniamo aperti gli Sprar»

Nei giorni scorsi anche i presidenti dell’Emilia-Romagna e della Calabria che avevano annunciato di star prendendo in seria considerazione il ricorso alla Consulta, sollevando questioni di incostituzionalità sempre sulla base dei temi inerenti a controllo, assistenza e sanità. Anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha fatto sapere che «stiamo valutando il ricorso alla Consulta, che deve essere cogente e preparato nel migliore dei modi per evitare che sicurezza e civiltà siano messe in discussione». Secondo  il candidato alle primarie Pd il decreto è «vergognoso» e conferma di aver «stanziato 1,2 milioni di euro per non far chiudere gli Sprar», ovvero i centri del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che con il dl sicurezza verranno depotenziati.

(Credits immagini di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

Share this article