Nel decreto del reddito di cittadinanza sono già ‘scomparse’ 500mila famiglie povere
19/01/2019 di Redazione
C’è qualcosa che non torna nel decreto legge che introduce reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, approvato due giorni fa in Consiglio dei ministri. L’Istat ha individuato 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta che dovrebbero essere assistite con il nuovo sussidio, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, ma nella relazione che accompagna il dl, inviata dal Ministero del Lavoro alla Ragioneria dello Stato, ne vengono indicate solo 1,3 milioni. Ad evidenziarlo è oggi il quotidiano Repubblica (articolo di Valentina Conte) che parla di una correzione in corsa al testo da parte del governo giallo-verde, rispetto alle versioni precedenti e rispetto anche alle dichiarazioni del ministro e vicepremier Luigi Di Maio.
Reddito di cittadinanza, da 1,8 a 1,3 milioni di famiglie povere
Non si conoscono i motivi tecnici della correzione. Ma certamente l’accorgimento, la scomparsa di 500mila famiglie povere, consente al decreto di rientrare nei limiti di spesa previsti. I nuovi conti, con il dato di 1,3 milioni di nuclei in estrema difficoltà economica, consentono una crescita dell’assegno medio. Un recente studio della Svimez, Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha giudicato i fondi per il reddito di cittadinanza insufficienti a coprire tutti i possibili aventi diritto al beneficio e ha ipotizzato una riduzione dell’importo medio da 500 a 390 euro. La cifra delle famiglia povere presenti nel decreto, spiega ancora Repubblica, consentirà al reddito di cittadinanza di guadagnare terreno rispetto alla quota 390 euro.
(Foto di copertina da archivio Ansa: Di Maio, Conte e Salvini. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)