De Laurentiis smonta il Napoli: «Insigne è scomodo. Mertens e Callejon? Possono fare le marchette in Cina»
17/10/2019 di Enzo Boldi
Doveva essere una grande stagione per il Napoli, considerato (insieme all’Inter) come rivale della Juventus per la conquista dello scudetto. I risultati, finora, non stanno regalando grandi ambizioni ai sostenitori partenopei, già a sei punti dalla vetta che – come al solito – è nelle mani dei bianconeri. E dalla città sono arrivate voci su un malcontento dirigenziale anche nei confronti dell’allenatore Carlo Ancelotti. Ma che il clima sia in subbuglio lo testimoniano le dichiarazioni al vetriolo di Aurelio De Laurentiis che non fa sconti a nessuno.
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Perché se la panchina è sempre la prima a ballare quando i risultati non arrivano, il presidente del Napoli non ha peli sulla lingua neanche quando parla dei suoi tesserati. E il primo affondo è rivolto al capitano. Prima il bastone: «Non c’ero al summit di Insigne con Raiola e Ancelotti, il problema di Insigne è che lui deve capire da grande cosa vuole fare, perché lui ha sempre avuto un atteggiamento di scomodità a Napoli». Poi la carota: «Io Insigne lo capisco e lo proteggo mi piace e mi sta simpatico però lui ha sempre sentito scomoda la situazione napoletana. Bisogna che si tranquillizzi».
De Laurentiis contro lo scomodo Insigne
E se non basta la stoccata al capitano, Aurelio De Laurentiis – a margine della firma della convenzione per lo stadio San Paolo con il Comune – non ha avuto peli sulla lingua neanche nei confronti di due pilastri del Napoli: «Non sono disposto a fare sforzi importanti, ogni giocatore ha un suo valore a seconda di dove gioca e che età ha. Se poi un giocatore vuole andare a fare le marchette in Cina perché viene strapagato, questo è un problema suo».
La Cina, i soldi e le marchette di Mertens e Callejon
«Non posso considerare concorrenziale la Cina, che considero lontana – ha proseguito De Laurentiis – se la considero vicina sono problemi loro, a me non riguardano. Nella vita bisogna scegliere se essere contenti e lavorare in quello che ti piace fare o se vuoi lavorare solo per soldi. Se consideri i soldi un fine, vadano in Cina».
(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI + ANSA/CESARE ABBATE)