Danielle Madam, sindaco leghista scrive a Mattarella per cittadinanza

L'atleta era stata offesa in un bar di Pavia

08/10/2020 di Redazione

Le offese rivolte in un bar alla 23enne Danielle Madam, campionessa di lancio del peso che non ha ancora la cittadinanza italiana e che vorrebbe ottenerla per poter entrare nelle forze dell’ordine, hanno risvegliato le coscienze a Pavia. La ragazza, talento dell’atletica leggera italiana, mentre stava lavorando si è sentita dire: «Tu non sei italiana, a cosa ti serve diventare italiana? Non lo diventerai mai». Per questo motivo, il sindaco leghista della città lombarda, Mario Fabrizio Fracassi, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere di accelerare le pratiche per ottenere quel diritto che, altrimenti, sarebbe stato riconosciuto soltanto nel 2030, compromettendo inevitabilmente la carriera dell’atleta.

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Danielle Madam e l’iniziativa del sindaco della Lega a Pavia

Danielle Madam si era esposta pubblicamente nei giorni scorsi, commentando la vicenda dell’esame di italiano di Luis Suarez (contestato e oggetto di indagini a Perugia), organizzato in fretta per permettere al calciatore, che era nella lista dei desideri della Juventus, di poter ottenere più rapidamente la cittadinanza italiana. L’atleta aveva notato la disparità di trattamento, soprattutto se paragonata alla sua vicenda personale: originaria del Camerun, è da 16 anni in Italia (4 da residente), non ha ancora la cittadinanza.

Per questo il sindaco della Lega si è rivolto a Sergio Mattarella: «La presente per promuovere presso il Suo Ufficio la concessione della cittadinanza italiana, in virtù degli eminenti servizi resi al Paese e per l’eccezionale interesse dello Stato che ne discende». L’iniziativa è senz’altro apprezzabile. Ma la riflessione si impone lo stesso: non sarebbe meglio che il diritto di cittadinanza fosse esteso a tutte le persone che si trovano nelle stesse condizioni di Danielle Madam e che, magari, non possono contare su particolari meriti sportivi?

Le iniziative isolate, promosse a livello locale dal sindaco della Lega, non trovano un corrispettivo nella direzione politica generale del suo partito a livello nazionale. E allora, perché non farsi promotore – magari – di una mozione interna al Carroccio per chiedere di schierarsi sulla linea dello ius soli?

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