Daniele Leali indagato per «detenzione ai fini di spaccio». Ma chi c’è dietro di lui?
Un approfondimento
11/12/2020 di Gabriele Parpiglia
«Piccolino, ti ballano le palle». Mentre in questura a Milano veniva formalizzata l’accusa per Daniele Leali, indagato per “detenzione di droga ai fini di spaccio” e perché sarebbe lui l’organizzatore dei party a “Terrazza Sentimento”, Leali inseguiva una mucca, guidava in tre su un motorino senza casco, e urlava la sua frase magica “Piccolino”, a Bali. Tutto vero.
LEGGI ANCHE > «Stavo pianificando cosa fare», ci scrive Leali da Bali
Leali indagato, la ricostruzione
Ma facciamo un passo indietro. Nel caso Genovese, la figura di Daniele Leali mi appare quando una sera dello scorso settembre, mi parlano di una rissa avvenuta – con protagonista Dany The Voice, Gianluca Grignani e altre persone – in un locale che si trovava a pochi metri dal mio. Dany The Voice era il nome con cui Leali si esibiva in consolle come vocalist. Scoppia il caso Genovese e ricollego, guardando le carte, leggendo atti, osservando le foto, che Leali e Genovese erano/sono una cosa sola. E soprattutto non passano inosservate le parole di una testimone che indica Leali come colui che offriva cocaina alle feste di Genovese. In tutto questo accumulo una serie di interviste registrate, audio, chat, messaggi, che senza consenso non si possono pubblicare ma che io ovviamente conservo. L’idea e il ruolo di Leali diventano un qualcosa difficile da raccontare, facile per rabbrividire.
Inizio a raccontare parti della storia e succede l’incredibile. L’avvocato di Leali mi chiama per dirmi: «Lei non si deve permettere di scrivere che il mio assistito è indagato». Ma nessuno lo aveva mai scritto! Poi il mio lavoro continua, ma Leali apre il suo show su Instagram, pubblicando miei screen privati (inviati a chi mi offendeva: mi minacciava di morte, umiliava la mia famiglia, eccetera e rispondevo che avrei querelato, cosa che ho fatto), andava a cercare nel mio passato scovando parenti di sesto grado, con i quali non ho rapporti da “mai”, ma che hanno il mio stesso cognome, cercando insomma l’errore nella mia vita (sti cazzi, ndr). Infine era desideroso insieme al suo braccio destro a Bali, Mattia Visconti (un mio conoscente che sul profilo Wup aveva la foto con Leali ma – appena gli ho scritto – l’ha tolta e mi ha bloccato: lui lavora sul serio dove si trova Leali, ndr), di trovare via telefono news per farmi cadere o cercare qualche appiglio per attaccarmi.
Ma non è finita. Questo stesso sistema Leali lo usa con Luca Telese, con Nunzia De Girolamo: insomma con chiunque va contro di lui. Anche con i followers fa girare un messaggio copia e incolla del suo legale per dimostrare che non è indagato e annuncia querela. Lo mostra fiero lui stesso sul suo profilo. Idem la fidanzata. Ma siamo sicuri che era solo lui? O lo muoveva qualcuno? Andiamo avanti.
L’avvocato di Daniele Leali non si ferma e ottiene due numeri di telefono, successivamente ho scoperto da chi (persona che ho denunciato più volte, ndr), di due persone con cui lavoro, che non c’entrano nulla con questa vicenda, e intima via messaggio una sorta di tutorial sul come fermarmi nel seguire questa inchiesta. Immaginate la mia felicità quando ho ricevuto le due telefonate. Ovviamente ho querelato immediatamente Leali, ma sono anche andato oltre. E questa mossa mi è servita per ricostruire un puzzle perfetto.
Scopro a un certo punto che Leali è smanioso di andare in Tv. Ora non chiedetemi perché… ma a un certo punto Daniele Leali, due settimane fa, prima aveva promesso di essere in diretta a “Live – Non è la D’urso”, poi improvvisamente è apparso da Giletti, ma non era solo. E ancora. Domenica scorsa, il profilo Instagram dell’ospite apparso con Leali re-posta una società di cui non ho ben capito il lavoro ma le connessioni sì, dando appuntamento (screen salvato) proprio da Massimo Giletti, asserendo che le vere inchieste si fanno lì. Ma Giletti questo lo sa? Perché c’è gente che parla al posto suo del suo programma? Però, poi in puntata magicamente, forse per provvedimenti presi, Leali appare da solo e non in compagnia.
Leali prima di andare in onda insieme con la fidanzata, repostava anche le stories di una persona ai domiciliari. Perché? Come mai? E ripeto: Giletti era a conoscenza di questo rapporto? Inoltre mi chiedo: Leali è mai stato pagato per andare in tv? Qualcuno per lui ha preso del denaro? Lo dico perché una volta il buttafuori Simone Bonino, smanioso di soldi e visibilità, mi ha chiamato per dirmi che stava facendo a capocciate con un tizio, che si presentava sempre come agente, proprio per le ospitate da Giletti (informazione che ho messo nero su bianco e riferito e spedito via mail con Pec al mio legale immediatamente). Ma perché tutto questo schifo? Poi, Bonino insiste per vedermi e mostrarmi le prove di quanto asseriva e “altro”. «Ho i collegamenti tra l’agente “tuo conoscente” e Giletti, le do a te!». Mi sono rifiutato ma ho registrato il tutto.
Leali indagato e la confusione nella comunicazione
Insomma dentro a questa vicenda seria, a un certo punto, c’è stato un viavai di personaggi, che successivamente, forse per promesse non mantenute, hanno litigato tra loro, che senza un ruolo ben chiaro (non sono giornalisti, non sono indagati, non frequentavano Genovese e le sue feste, insomma “non sono”) hanno messo la faccia, hanno lavorato da dietro e hanno reso una “scemenza ridicola” (come rincorrere una mucca e gridare piccolino, ma in tre sul motorino) una storiaccia che non merita queste diatribe di sub cultura e un “sistema” di minaccia continuativa.
Il perché lo sapremo presto. Sapete da chi? Dalle indagini, dallo sviluppo delle denunce fatte (in primis la mia), dalle intercettazioni e così via. Ogni domanda, troverà la sua risposta. Di questo potete starne certi. Anche se, onestamente, le domande più importanti restano: dove prendevano la droga per Genovese? Chi portava le ragazze? Ci sono altre vittime? In quante situazioni la fidanzata Sarah Borruso era presente? In quanti casi Leali era presente? E cosi via…
Sperando che questa storia riporti il cuore della sua narrazione alla tutela delle vittime e alla cattura di chi ha commesso reati su reati, preghiamo affinché i “piccolini” imparino a stare nel mondo dei grandi prendendosi le proprie responsabilità. Sia chi minaccia e si espone, sia chi lo fa alle spalle ma cade sulla buccia di banana, una buccia “piccolina, piccolina”.
Ps: Leali, ti aspetto in tribunale per la nostra querela, “quando” torni da Bali.