Dal PNRR un miliardo di euro destinati alla Telemedicina

Il totale sarà suddiviso su due slot: 750 milioni per le cure online nelle Regioni e i restanti 250 milioni per la piattaforma nazionale che gestirà il tutto

13/10/2022 di Enzo Boldi

La digitalizzazione è una delle stelle polari da inseguire attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quegli obiettivi – già consegnati, in parte, dal governo italiano alla Commissione Europea – per ricevere i fondi previsti e finanziati dal NextGenerationEU. L’Italia, negli ultimi mesi, ha mosso i primi passi e dopo aver dichiarato le mete da raggiungere ha dato seguito alla ridistribuzione delle prime tranche milionarie ricevute dalla UE. Parte di quei soldi, come già indicato dal decreto firmato dal Ministero della Salute, saranno distribuiti alle Regioni (e non solo) per sviluppare la telemedicina.

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Il decreto firmato da Roberto Speranza è arrivato ieri in Conferenza Stato-Regioni. Si parla di 1 miliardo di euro di fondi che saranno suddivisi così: 750 milioni di euro direttamente alle Regioni e 250 per la realizzazione di una piattaforma nazionale per la gestione del principio di sanità digitale. E con questi soldi, che derivano direttamente dal PNRR, le Regioni – che per Costituzione hanno responsabilità e competenza in materie di Salute – dovranno garantire un maggior accesso ai cittadini di fronte alla possibilità di poter utilizzare l’online per ricevere consulti. Compresi i confronti tra i diversi medici esperti.

Telemedicina, un miliardo per le Regioni e la piattaforma

La notizia non è nuova. Il riferimento alla telemedicina, infatti, era stato inserito già nella relazione sullo stato di attuazione del PNRR presentato dal governo lo scorso 5 ottobre. Ma ora, con il passaggio alla Conferenza Stato-Regioni si è passati al livello successivo che porterà ogni singola istituzione locale a procedere con la digitalizzazione anche dei consulti medici. E non solo, perché se 750 milioni di euro sono destinati alle Regioni, i restanti 250 sono stati destinati alla realizzazione della piattaforma digitale che dovrà governare il tutto. Non a caso, infatti, Agenas – l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – è diventata anche Agenzia per la Sanità digitale. E proprio nella giornata di ieri ha pubblicato il bando di gara per «per l’affidamento della concessione per la progettazione, realizzazione e gestione dei servizi abilitanti della Piattaforma Nazionale di Telemedicina» che scadrà il prossimo 28 novembre.

Dai consulti ai controlli online

Di telemedicina si è parlato molto nel corso degli ultimi anni, soprattutto per via della pandemia. Al netto di castronerie millantate da presunti esperti nel corso di questo biennio, il principio del teleconsulto, telecontrollo e della televisita è un qualcosa che in altri Paesi avviene già. Per esempio, la televisita ha delle regole piuttosto ferree: un paziente si rivolge a un esperto “digitalmente”, ma solo dopo aver già preso parte a una visita in presenza. Dunque, si parla di visita di controllo e non di prima visita, perché un medico – di qualsiasi specializzazione – deve necessariamente avere un primo contatto fisico con il paziente. E su questa linea di principio si inserisce anche il telecontrollo: sempre in forma digitale, il paziente può inviare al medico curante i risultati degli esami e ottenere una valutazione (senza necessariamente andare in presenza). Infine – ed è uno dei principi fondamentali che con la nuova piattaforma digitale nazione si vuole raggiungere – c’è il teleconsulto: esperti dialogano tra loro, a distanza, analizzando il quadro clinico e gli esami effettuati da un paziente. Concetti già esistenti in molti Paesi e che con questa “dote” da 1 miliardo di euro potrebbe diventare realtà anche in Italia.

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