Daisy Osakue vince l’oro, ma per la rete è sempre «quella colpita da un uovo del figlio di quello del Pd»
10/07/2019 di Redazione
In qualsiasi Paese normale doveva essere una storia bellissima, di freschezza, gioventù e meriti sportivi. L’oro di Daisy Osakue alle Universiadi 2019 che si stanno svolgendo a Napoli è una notizia che riempie di gioia il cuore degli sportivi. Non solo per la medaglia, ma anche perché ha migliorato il suo personal best di 34 centimetri (con la misura 61,69), settima di sempre per un’italiana, e perché ha ottenuto il pass per i mondiali di Doha.
Daisy Osakue, quella storia che fa passare in secondo piano l’oro
Invece si è trasformata nella solita sagra della polemica e degli insulti sui social network. Basti pensare al post pubblicato su Facebook da Eurosport, uno dei principali network sportivi. Nei commenti, si legge tutto quello che non avremmo mai voluto si collegasse alla storia di Daisy Osakue. «Ah sì, quella ragazza colpita dal figlio del sindaco PD e alcuni amici, colpita con un uovo in un occhio rischiò di saltare le gare». Il commento basta a scatenare una discussione che perde completamente di vista il merito sportivo di Daisy Osakue e porta indietro, con una sorta di complottismo misto ad argomentazioni banali, a quanto successo all’incirca un anno fa.
Mentre stava tornando a casa a Moncalieri, in provincia di Torino, il 30 luglio dello scorso anno venne colpita da un uovo lanciato da un gruppo di ragazzi. Si pensò a un episodio scaturito da un movente razziale, poi si scoprì che si era trattato di una bravata, partita dall’idea di un ragazzo, figlio di un esponente locale del Partito Democratico (non un sindaco, come si riportava nel commento precedente). Da quel momento in poi, fu tutto un prendere in giro la ragazza, la situazione (bersaglio facile per i sovranisti) e mettere nel mirino anche la famiglia della giovane, tirando fuori un episodio di cronaca legato al padre, avvenuto più di diciassette anni fa.
I commenti all’oro di Daisy Osakue alle Universiadi 2019
Stesso refrain anche in questi commenti: «L’episodio è stato così clamorosamente manipolato che è impossibile non farvi riferimento, purtroppo per l’atleta (molto valida) ma è inevitabile»; «non si sparlerebbe di un episodio di un anno fa se lei non fosse stata ogni 5 minuti in TV a dire che siamo un popolo di razzisti, ma si fosse limitata ad aspettare l’ esito delle indagini senza cercare la ribalta mediatica»; «un uovo in testa non è un episodio di violenza»; «Per la sceneggiata che ha fatto gridando, accusando e definendo l’Italia razzista, non merita di indossare la maglia della nazionale».
In un Paese normale ci si sarebbe fermati per applaudire Daisy Osakue. Invece, nell’Italia del 2019, il livello del dibattito è questo qui.
[FOTO dall’account Facebook della Fidal – Federazione Italiana Atletica Leggera]